453 Di universale orribile procella Foriero, tra le uubi ulula il vento : Lume non ride di benigna stella Nel firmamento. Ma tra lo spesso grandinar de’ lampi Sull’igneo carro che risveglia i tuoni Dio corre; e pàr che del suo sdegno avvampi Capanne e troni. Stringer l’Europa colle ferree braccia Agogna la sarmatica fortuna, E su Bisanzio d’ecclissar minaccia L’ Odrisia luna. Del Prusso incerto il mal celato orgoglio Coi re congiura, ed alla plebe amico Sol vuol Lamagna incatenare al soglio Di Federico. Francia, vessil di libertà temuto, Divisa tra il berretto e la corona, Non sa ben dir se a Cesare od a Bruto Oggi si dona. Dall’alpi la fraterna itala giostra Mira 1’Elvezia, freddamente cruda; E, più clic madre a libertà, si mostra Dei rei la druda. L’iberica Odalisca in molli panni A cui de’ figli par che nulla incresca, Co’ suoi alterna e cogli altrui tiranni L’orrida tresca. Ma sul navile dedàlèo seduta, Più di se stessa che d’ altrui pensosa, L’ onde e le stelle va spiando muta L’ Anglia gelosa (*) Confusione accresce alle favelle, Se coi traditi o traditor patteggia La moderna de’ popoli Babelle, Austriaca reggia. Che al prò’ Magiaro della prisca fede Or paga il prezzo, regalmente infida ; Ma i cadaveri fanno inciampo al piede Della omicida! Mentre d’Ausburgo il Briareo fa guerra Con tutte quante le sue cento mani, Del vecchio manto, onde copria la terra, Cadono in brani. . O L’ Autore non intende offendere ai sentimenti generosi di alcuna nazione, ma n|camente alludere all’ attitudine politica che sembrano assumere i diversi paesi.