381 punto dell’urgenza. Nullameno, se egli vuol prender la parola, gli è concessa. 11 rappresentante Olper: Ella mi ha prevenuto. Dopo ciò che ha dichiarato il Governo, credo inutile ogni spiegazione. Posta a’voti la presa in considerazione dell’urgenza, viene ammessa con voli affermativi 100 contro G negativi. 11 presidente: Per il rapporto sulla urgenza, la presidenza crede che l’Assemblea abbia a raccogliersi negli Ullicii, onde nominare la propria Commissione, la quale abbia a fare il rapporto medesimo. Quindi 1’ adunanza viene sospesa per un’ora e sarà perciò ripresa alle ore 2. L’adunanza è sospesa alle ore 1 e \]\, e viene riaperta alle ore 2 e 4;2. 11 presidente: Invito il relatore della Commissione a leggere il rapporto. Il rappresentante Farà: I tre commissari! erano i cittadini rappresentanti Tommaseo, Baldisserotto Francesco e Varò. Le conclusioni furono prese a due contro uno (legge): I motivi della minoranza sono i seguenti: Le ragioni dal Governo addotte per fare all'Assemblea dichiarare l’urgenza, son due eli’esso Governo non è se non tollerato, e che non ha forza morale. Ammettere la prima ragione, offenderebbe l’Assemblea, che con tanta concordia di voti, con tanto consentimento d’applausi, ha dimostralo al Governo la sua fiducia, e gli ha dati pieni poteri. Se il primo allo non basta, l’Assemblea toglierebbe a sò autorità per tutti gli altri atti, darebbe una mentita a sè stessa. Che poi nel Governo sia forza morale, lo prova l’affezione di cui gode segnatamente Daniele Manin presso il popolo; lo prova l’innocuo esito di quel vero o apparente tumulto di poca gente, che dicevasi il popolo, nel giorno d’ieri. Nè vale l’opporre: quando il Governo confessa di non avere forza, non l’ha. — L’Assemblea, col non ammettere l’urgenza, afferma: voi ne avete abbastanza; — e gli dà quella che mai gli mancasse, e onora insieme il Governo e sè stessa. Se noi cedessimo alla troppo modesta invocazione che il Governo ci fa, verremmo a confessare in faccia all’Italia e ai nemici: o che il popolo è avverso a’suoi governanti, e infrenabile; o che il Governo è tanto debole da non poter reprimere i più leggieri moli di pochi. Non ammettere l’urgenza, è un aver fede nel popolo, nel Governo, ne’nostri destini. Ammetterla è un dar cagione a interpretazioni maligne contro il decoro dell’Assemblea, contro le intenzioni de’governanti medesimi, che sarebbero fuori con molta severità giudicate. Se non si trattasse di legge che deve decidere i nostri destini, se non avessimo recente ancora l’esempio delle urgenze proposte nel luglio, io crederei potersi cedere alla modestia soverchia de’governanti, e confessare con essi che la forza morale lor manca. Ma in tale stato di cose l’impotenza parrebbe pretesto, e ai nemici potrebbe sembrar prepotenza. Agli occhi della maggioranza della Commissione, le dichiarazioni, latte oggi a nome del Governo, dal rappresentante Manin, cambiano del tutto le condizioni, solto le quali l’Assemblea venne al voto di ieri. II potere esecutivo ha delto che, stando le cose come sono, esso non sente di avere sufficiente autorità morale, non sente di essere in grado di continuare nel governo del paese.