'à i 5 della di lei apparizione, più non si videro le mezze lire, delle quali c'era un tempo grande abbondanza. Si cominciò poscia a desiderare la emissione della carta da cent. 25. II Governo ha finora esitato per tema di nuocere alla carta monetata, la quale ordinariamente, tanto più cade in discredito, quanto più si avvicina alle unità numerarie; ma, in mezzo a queste esitazioni, il popolo provvide da sè, dividendo in due le carte da centesimi 50. Se, da una parte, la Commissione deplora questo abuso, il quale può trar seco molti inconvenienti, ed al quale deve essere messo prontamente riparo; crede, dall’altro, che mai non siavi nessun reale pregiudizio nel secondare il desiderio del pubblico, convertendo una non ingente porzione della carta monetata, di cui fu già stabilita la emissione, in carta da centesimi 25. E ciò sembra doversi tanto più facilmente accordare, quanto che è di fatto che, non ostante la seguila nuova monetazione di 60,762 pezzi da centesimi 25^ pochi assai se ne veggono in circolazione, c che il commercio al minuto non può fare gran calcolo dei nuovi pezzi da centesimi 15, che furono finora coniati, nella ingente quantità di 860,687. Pareva a prima giunta che i pezzi da cent. 25 non dovessero servire che per la interna circolazione. Invece si aprirono arditamente la via per l'estero, e trovarono un’accoglienza, di cui dobbiamo rallegrarci, poiché ci torna utile sotto un triplice aspetto. Ricevuti al paro di ogni moneta d’argento, essi aumentano la massa del numerario, con cui noi dobbiamo comperare dall’estero ciò che è necessario pel nostro sostentamento ; eoi lavoro che richiede la loro fabbricazione, procacciano impiego a gran numero di artisti, ed offrono occasione di guadagno alla Zecca. Finalmente, girando nel Lombardo-Veneto, nell’Istria e nella Dalmazia, vi propagano il simbolo della nostra liberazione, e servono di rimprovero insieme e di cccilamento ai nostri fratelli. Rilanciando tulli questi utili economici, finanziari! e politici, crediamo, come ha creduto il Governo, che sia da evitarsi tutto ciò che può mettere queste nuove monete al di sotto delle altre monete d’ argento, e che quindi non giovi estendere ad esse il divieto dell’ aggio, che colpisce le monete di rame. Ci resta ora a dire del disaggio della carta monetata, in confronto della moneta in danaro. Se è certo, dietro i principii dell’ economia politica, confermati dalla esperienza della Francia, dell’ Inghilterra, degli Stati Uniti, e di tanti altri paesi, che il danaro ha una irresistibile superiorità sulla carta, quando sia posto in concorrenza con essa, voi non vi sorprenderete, cittadini rappresentanti, che questo fenomeno siasi avverato in una citlà, nella quale i cotnmercii da gran tempo interrotti, non che i rigori della guerra, impediscono ogni affluenza di estero danaro, e dalla quale invece il danaro dee giornalmente uscire in gran copia, per provvedere al mantenimento di una numerosa popolazione. E vano illuderci, o signori: accadde m Venezia ciò che dovea necessariamente accadere, ciò che accadrà in 0g»i paese, che, per sopperire alla scarsezza del numerario, sia costretto appigliarsi all’ estremo rimedio della carta monetata. Molti progetti ci furono esibiti, ognuno dei quali mira a far tosto cessai^ o almeno diminuire il disaggio.