75 12 Febbraio. IL CIRCOLO POPOLARE DI VENEZIA AI CIRCOLI ITALIANI. Noi nella prima lotta dell'indipendenza fidammo in Generali che avevano già patteggiato coll’Austria il nostro obbrobrio e fummo perduti. Se altri capitani ci avessero guidati sul campo della libertà, non i Sala-sco e Consorti consegnatoli del Lombardo, Durando e Zucchi del Veneto, la bandiera d’Italia sventolerebbe a quest’ora sulle Alpi^ e la pace sarebbe già segnata, segnata forse sulle mure di Vienna. L’ora della seconda prova già suona, Italiani! Vorremo noi perderci un’altra volta? Commetteremo di nuovo in mano a chiunque le vite nostre, un passato di vergogna da cancellarsi, un avvenire di gloria già maturato dai cieli da conseguirsi, in una parola l’Italia? Italiani! noi vedemmo in questa guerra l’estremo dell’amore e dell'odio, del sacrificio generoso e dell’egoismo, dello slancio di tutto un popolo e di un mercato di sangue fraterno, nuovo affatto nelle storie; tutto provammo. Ma se tanto si abbomina Radetzky, che alla fine difende la causa del suo Signore e de’suoi, sopporteremo noi più oltre que'’vili che ci hanno a costui venduto? Potremo più oltre riconoscere que’mise-rabili che sconobbero la madre loro, la patria a segno da far mitragliare i suoi figli più degni, e la Patria stessa dopo averla empiuta d’abbomi-nazione, di dolori, di sangue, immolavano appiè di quest’ Attila moderno ? Chi patteggiò una volta colla villade e coll’infamia e ci fa ogni giorno chinare la fronte ed arrossir di vergogna in faccia alle altre nazioni, sarà più degno di guidarci sul sentiero della gloria e dell’onore? Italiani ! La questione vitale del momento è la scelta dei capitani. Un capitano vale una, due armate, tutte. Noi dobbiamo cercarlo ovunque si trovi, guardinghi però tutti, che nel ricantarci di continuo o glorie decrepite o trionfi di paesi ignoti, e che forse non hanno mai esistito, non c’impongano i Retrogradi altri generali che ci perdano per la seconda volta. Cuore e braccia non mancano, tutto importa saperli guidare. Sì destino finalmente i figli di questa terra famosa fidenti in Dio e nella spada loro. Si levino tutti forti nella forza loro, ed il mondo non abbia a dire che la terra, la quale produsse non dico i Cesari, i Napoleoni, ma i Bruti, i Catoni, ed i Ferucci, ora che si tratta della sua indipendenza, siasi d’improvviso isterilita. I Sindacati, la Stampa, le Biografie valgano a popolarizzare l’idea, e sappia ognuno in che mani sè stesso affida e la Patria. Venezia li d2 febbraro 1849. I Tribuni. ALLEGRINI — AB. CANNELLA — AB. LAZZANÈO — PIASENTINI PIETRO ZEMELLO — TON ANTONIO. Il Segretario Giovanni Perovich.