234 prendere tutte le discipline relative a questo ordine, quindi anche quelle dell’ ammissione del pubblico. Perciò sostengo che 1’ Assemblea deve stabilire il modo, con cui il pubblico possa essere ammesso alle adunanze, e deve essere compreso nel Regolamento. Il presidente: Prego il rappresentante Tornielli di osservare, che, secondo le dilucidazioni date dal relatore della Commissione, la questione non istà nell’accordare alla presidenza questa deliberazione, ma soltanto se si debba farlo oggi, o un altro giorno. Il rappresentante Minotto: La questione se si debba, o no, parlare di discipline nel Regolamento per l’intervento alle adunanze, mi pare che sia stata discussa abbastanza. Quello che trovo piuttosto conveniente notare è la circostanza che questo Regolamento potesse lasciare qualche dubbio che elle stessero nell’ arbitrio della presidenza. Proporrei quindi di cangiare l’articolo 45 nel segueute modo: » Per intervenire alle adu-» nanze ognuno, dovrà uniformarsi alle discipline prescritte dall’Assem-» blea e pubblicate con ispeciale avviso dalla presidenza. » Posta a’ voti, 1’ emenda è ammessa. L’ articolo 1-4 è approvato senza discussione. Il rappresentante Baldisserotlo : Io domando all’Assemblea se questo articolo 15 verrà mai adempiuto. Sembra che sia espresso troppo genericamente; si dovrebbe in qualche maniera modificarlo cosi: che i segni d’approvazione e disapprovazione non eccedessero, o divenissero tumulti o disordini. Il rappresentante Chiereghin : Propongo di fare un solo articolo del 45 e del 16, dicendo così: « Durante l’adunanza l’uditorio serba il silenzio. Chi turba l’ordine è escluso dalla sala, ed al caso punito secondo la legge. Se il presidente lo trova necessario, può fare sgombrare le sale dell’ uditorio. » Già quando è detto che deve serbarsi silenzio, naturalmente s’intende che non dovrebbonsi fare segni d’approvazione e di disapprovazione. Il rappresentante Baldisserotto : Accetto l’emenda Chiereghin. Il rappresentante Benvenuti: Credo che si debba tenere l’articolo com’è proposto dalla Commissione. È vero che tutti proveremo grande difficoltà nel resistere alla tentazione d’approvare o disapprovare; ma « d’uopo che ci assoggettiamo alla regola generale. Osserverò che, per la tranquillità della discussione, e per la dignità dell’Assemblea, questa regola è posta anche in seguito pei deputati : se non l’ammettiamo, è quanto dire che i segni d’approvazione o di disapprovazione sono permessi; il dire: finche arrivino al tumulto, è dir niente; è dire a tutti: approvate o disapprovate. Sì l’approvazione chela disapprovazione è certo che influiscono sulla deliberazione; se un oratore sì sente disapprovato, certo è che ciò gli dispiacerebbe; nascerebbe uno sconcerto nelle sue idee, egli potrebbe smarrirsi: come allora riterremmo libera la discussione nei-l’Assemblea? Ma, a provare quanto sia pericolosa l’approvazione o disappro'a-zione, quanto valga ad esercitare grande influenza sulla discussione, 0i' serverò che questa regola si è trovalo necessario adottarla da per tutto. Se così è, vuol dire che è considerata come necessaria. Ci si dice: i>01