518 (a quel che sento) imaginare che fosse comodo a’governanti il liberarli da’ vostri rispettosi e fraterni consigli, proponendo che FAssemblea differisse da sè a tempo indefinito le proprie adunanze, è dover mio dileguare sino il sospetto di tale atto, tuttoché inverisimile e quasi incredibile. Gol disciogliere, anche momentaneamente, se stessa, nell5 ora del cimento, FAssemblea offenderebbe il decoro del popolo, il decoro del Governo, il proprio decoro. 11 decoro del popolo, perchè, dal popolo eletti^ noi dobbiam conto ad esso del come avremo aiutato della nostra opera i governanti, additando e i mali passati e le vie da scamparne; nè certamente sarebbe altro che disonorare esso popolo il tenervi o tanto inutili da potere, o tanto incomodi da dover essere nel momento del pericolo rinviati. Offenderebbe il Governo^ mostrando essere opinione di taluni di noi ch’osso o non sappia usare del senno e dell’amor patrio vostro, cittadini, o non voglia, e tacciandolo o di rea inettitudine o d’ambizione più rea. Offenderebbe il Governo, perchè del Governo è coscienza, siccome sta scritto nel decreto del dì 24 di dicembre, è coscienza sua che le nostre condizioni politiche richieggono una permanente Assemblea, (nè con queste parole il Governo certamente intendeva la permanenza di ciascun deputato nella camera sua ) ; perchè nell’Assemblea dal Governo era riconosciuta facoltà di decidere su qualsiasi argomento spettante alle condizioni interne ed esterne dello stato; il quale obbligo, per limitato che si voglia far poi, domanda lavoro incessante. L’Assetnblea finalmente, col dimettere a tempo sè stessa, confesserebbe sè o cianciatrice oziosa o pericolosa sovvertitrice, e mostrerebbe di confondere una facoltà rinun-ziabile coll’ indispensabile obbligazione. Perchè voi non avete, o cittadini, la libertà dell’ inerzia. Queste cose io dico tanto più francamente, che non so credere entrato in veruno di voi il pensiero di tale proposta : ma le mie parole son vòlte a dileguare, ripeto, codesta calunniosa voce che contristò gli orecchi e F animo mio. Uffizio dell’Assemblea è alleggerire al Governo la cura de’ miglioramenli da fare, e liberarlo dall’ odiosità di taluni tra quelli, prendendoli essa sopra sè, ed al Governo la popolarità conservando. A due cose preme rivolgere specialmente la cura: a’risparmi da operare, alle istituzioni interne da rendere degne di ciltà libera, lo dissi già nella mia Sezione, parlando della Commissione da eleggere sopra i risparmi, non convenirsi tanto fermare il pensiero sopra il passato, quanto provvedere all’avvenire imminente. Il risparmio è rendita sicura, è arme non me» necessaria de’cannoni, è fortezza e libertà e vita nostra: ed è tuttavia stagione di porvi mente, anzi adesso è più stagione che mai. E quanto alle istituzioni, io so bene che possono oppormi non essere questo il tempo a mutarle; ma so che da un anno io ricevo tale risposta, so che le istituzioni sono gran parte delle abitudini, e che, se le abitudini non mutano, il male, mutati i nomi, rimane lo stesso. Qualunque sia per essere la sorte nostra^ dobbiamo dimostrarci meritevoli della libertà desiderata, significando con gli atti le idee del meglio, che ci stavano in mente : dobbiamo offrire all’ Italia anche questo esempio de’ perfezionamenti civili, che sono tanti da operare e sì urgenti. La sto-