371 L’adunanza è ripresa a ore Ire e tre quarti. Il presidente: Imito il relatore della Commissione a leggere il proprio rapporto. Il rappresentante Fare: Leggo in nome del relatore della Commissione, che è il sig. Tommaseo. La Commissione era composta dei rappresentanti Tommaseo, relatore; Avesani, F. Baldisserotto, Ferrari-Bravo, Lunghi, Olper, Pesaro Maurogonato, Trilioni e Yarè. Le conclusioni furono prese alla maggioranza di 5 contro A voti. La minorità opina che, una volta esclusa oggi dall’Assembiea la presa in considerazione della proposta Ferrari-Bravo per la costituzione di un nuovo Governo, era urgente di versare sulla quistione, se convenga di dare stabilità al Governo attuale; Che in ogni paese, quando insorge questione di ministero, nasce un’agitazione nel pubblico, ma che quest’agitazione non deve influire nelle deliberazioni dell’Assemblea, neppure nel senso d’indurla a rifiutare di far quello che l’opinione pubblica domanda; Che in questi supremi momenti, e pei tanti rapporti politici che possono insorgere, può credersi necessario che il Governo conti sulla durata dei proprii poteri, e sulla conseguente disciplina che in simili casi naturalmente vacilla; Che il tratiare urgentemente la questione, non significa precipitar il giudizio, e che il Regolamento fissa le norme necessarie per rendere innocua la sollecitudine delle deliberazioni, circondandola di opportune e molteplici formalità; Che la discussione ordinaria della proposta durerebbe almeno otto giorni, a’ termini dell’ art. -48 del Regolamento ; Che l’utile del paese è di dare la giusta preferenza a questa discussione, in confronto di altre tanto meno importanti. (*) La maggioranza della Commissione stima non essere necessaria la dichiarazione di urgenza, perchè nei primordii della nostra Assemblea s’c già mostrato di voler adoprare con troppa frequenza siffatto spedante, al quale non debbono gli stati ricorrere se non nella vera necessità. La dichiarazione d’urgenza uocerebbe al decoro dell’Assemblea, dei governanti, del popolo. Nocerebbe al decoro dell’ Assemblea, perchè parrebbe, a chi mal la conosce, che la sua deliberazione fosse sospinta da agitazioni non degne di popolo civile, e conscio della sua libertà. Nocerebbe al decoro de’go-vernanli, perchè, mentr’ eglino hanno tutte le forze occorrenti per dissipare i tumulti, per rassicurare i sospetti; menlr’hanno interesse e dovere a mantener libere da ogni apparenza di timore le deliberazioni dell’Assemblea convocata da loro, parrebbe che eglino, con connivenza che è cortamente lontanissima dal loro pensiero, lasciassero correre tali tumulti 0 sospetti. Nocerebbe da ultimo al decoro del popolo, il quale ha fama finora in tutla Italia di dignitoso e concorde; e che avendo egli stesso °ietli a uno a uno i proprii rappresentanti, non ha più diritto di forzar- O Qui cominciano le paiole del Tommaseo.