M IO Febbraio. Lettera di Garibaldi al suo capitano Mambrini attualmente in Ferrara. Circa alia mia gita a Ferrara, voi non potete idearvi quanta voglia io ni’ abbia, e con che soddisfazione I;» in’ incamminerei a quella volta : io, che desidero coll’ anima far la guerra ai nemici d’Italia, che vorrei di più che avvicinarmi all’ abborrita schiatta dei Tedeschi? Che più grate vittime al nostro povero paese ? E poi la famiglia martire, la famiglia lombarda, non merita forse più di nessuno tulle le nostre simpatie, tutte le nostre sollecitudini? Una delle idee, che più sollecita l’immaginazione mia, caro capitano, è quella di far la guerra a morte ai Tedeschi .... quella idea lambe il mio cuore come le carezze di una amante ... . quella idea mia realizzata, può far di me un essere felicissimo. Io fui commosso, caro Mambrini, e riconoscente alle grate dimostrazioni di simpatia dei generosi Ferraresi. Trasmettete loro una mia parola d’affetto, e dite loro che si mantengano saldi nel proposito di risorgere : che noi con loro l'arem rivivere i tempi eroici della nostra bella patria: che, abbenchè lontani, le anime nostre saranno con loro sempre: che affilino le daghe, e che noi non aspetteremo d’essere chiamati per raggiungerli. Addio, addio ai fratelli tutti. Ai 22 del 1849. Il vosttv G. Garibaldi. IO Febbraio. AL CITTADINO DITTATORE GIO: BATTISTA CAYEDALIS. Cittadino Dittatore. Onorato anche questa volta dal suffragio de’ miei concittadini a sedere qual Deputato nella nuova Assemblea de’ Rappresentanti, io sento il bisogno di entrarvi pur ora forte di tutta la mia indipendenza. Impiegato del Governo qualunque ei siasi, e rappresentante del Popolo è tale uu abbinamento che la mia mente non seppe uè sa congiun-gere. Rinunzio pertanto fino da questo momento all’ufficio di vice-segretario eh’ io copriva presso il Consiglio di difesa essendo ora fissato il giorno per l’apertura dell’Assemblea. Salute e rispetto. Venezia, 9 febbraio 1849. Il cittadino S. S. OLPER.