212 dai campi testimonii del vostro e del loro valore, hanno prestato al cospetto dei rappresentanti della nazione. III. 11 comiuciamento d’una nuova era sociale non può mai essere pienamente tranquillo; poiché molte nobili e grandi passioni s’infiammano, e lavorano all’opera ri generatrice; ma levansi anche passioni antisociali e malvagge ; e fin le buone talora divergono o trasmodano. E però, affinchè il moto del progresso e del legale sviluppo delle nostre istituzioni sia più regolare e più spedito, è necessario che il Governo di V. M. adoperi efficacemente a conciliare le varie opinioni e confonderle nel patrio sentimento di libertà e d’indipendenza; e spieghi tutta 1’autorità e tutto il vigor necessario per far osservare pienamente lo Statuto e le leggi; per impedir ogni usurpazione di quei dritti, che soli appartengono all’azione dei tre poteri; per ristabilire quel rispetto alle leggi, agli ufìicii, alle persone, che, non solo non discorda, ma è inseparabile dalla vera libertà, dalla vera uguaglianza. IY. L’intima unione tra il re ed il popolo è elemento indestrutti-bile di forza e di libertà. Nello esaminar le leggi, che gli verranno proposte, onde conformar sempre più le nostre istituzioni al genio ed ai bisogni del secolo, il Senato non dimenticherà mai questo grande principio, e ne promuoverà costantemente 1’ applicazione; riputandolo opera non punto difficile in un paese, dove il re ha sapientemente e paternamente iniziato ciò che poteva soddisfare ai giusti desiderii dei popoli, o lusingarne l’amor proprio, o consolarne i dolori. V. Ma, se prima condizione di forza e di libertà è l’unione intima del principe e del popolo, importa sommamente all’interesse d’Italia ed alla causa dell’indipendenza, che questo fatto si compia negli altri stati, a cui ci stringe il dolce vincolo di fratellanza e di nazionalità; e clic quindi le forti unità, che ne risulteranno, s’annodino in una sola confederazione, che, ben lungi dall’offenderne, rinvigorisca le singole autonomie della patria comune. Il senato sente con piacere essere il Governo di V. M. pronto a continuar le pratiche già intraprese a questo doppi» line, e ne desidera sollecito l’effetto. VI. I popoli, fidenti nel cuore e nelle armi proprie, non temono li guerra; ma, consapevoli de’ mali che seco adduce, non la imprendono se non quando l’onor nazionale imperiosamente lo vuole. Di quest’on<»'e non ha l’Italia miglior interprete, nè più intrepido campione di V. M-» onde, se la mediazione, che hanno interposta due nazioni potenti ed an»* che, più specialmente interessate al mantenimento della pace europi non potesse per avventura riuscire al fine sperato, siamo sicuri che risponderanno eroicamente, o sire, al vostro appello le provincie o a’ antico soggette o nuovamente per voto spontaneo riunite allo scettro co* stituzionale di V. M., il glorioso nostro esercito, memore dell’antica >a' ma, già segnalato per illustri prove in questa guerra medesima, e par_le della generosa milizia nazionale coll’opera del combattere, gli altri ladini co’sussidii, coi conforti, colle preghiere, coi voti e con quella ^ rena aspettazione di chi confida nel braccio dei forti, nella simpatia d’o?11' nazion generosa, nell’energia dell’unanime consentimento, nella sani»• d’imprescrittibili conculcati diritti.