559 Bullettino N. 7. Turino, 24 marzo, un’ora poni. 1849. — Dal quartier generale non è giunta alcuna notizia. Ogni voce che corre è priva di fondamento. Solo è certo, per lettera scrittaci dall’ intendente di Vercelli, ch’ieri un corpo nemico si avvicinò verso quella città; e dopo una fucilata di circa uii’ora, ha dovuto allontanarsi, ripiegandosi sopra Palestra. La resistenza fu latta dalla poca truppa ch'era in Vercelli, la quale, formatasi in battaglioni pro\visorii, stava appostata intorno alla città per prevenire qualunque sorpresa. Bullettino N. 8. Torino 24 marzo, ore 2 pomeridiane. — La staffetta giunta testé non viene dal campo, ma da Chivasso, ed annunzia soltanto che oggi arrivarono in detta città colla loro scorta i carri, che l’altro ieri si dicevano predati dal nemico. Un dispaccio telegrafico ci reca che stamattina alle 4 sentivasi il cannone a ¿¡asteggio, e poco più tardi anche dalla parte di Lù verso il Po. Queste sono le uniche notizie pervenute al minisUro. Il ministro dell’interno RATTAZZL Bullettino N. 9. Turino 25 marzo, ore 5 del mattino. — Nessuno dei messi, spediti dal go\erjio al quartier generale, riusci a pervenirvi. All’una e mezzo dopo mezzanotte, fu di ritorno in questa città uno degli ufliziali, spedili parimenti dal governo verso il luogo del combattimento. Per quante strade egli tentasse dalla parte di Vercelli, non potè giungere al quartier generale, nè raccogliere notizie positive del nostro esercito. Abbiamo soltanto da alcune autorità locali le seguenti notizie: Scrive il sindaco di Casale che un corpo di Austriaci si presentò a quella città, e che due membri del Municipio, unitamente ad un capitano rappresentante il governatore del Castello, si recarono a parlamentare col generale nemico. Questi propose che si dovesse cedere il Castello, promettendo lasciar libera 1’ uscita al presidio con tutti gli onori militari, e assicurando con ciò la vita e le sostanze de’ cittadini e i pubblici stabilimenti. Il governatore del Castello negò consegnare questo ai nemici, pregando nel tempo stesso il generale austriaco a rispettare la città e gli abitanti. La lettera non dice qual seguilo avessero le trattative. Il sindaco di Trino scrive che gli Austriaci, in numero di circa 3,000 tra cavalleria, fanteria ed artiglieria, dopo di aver tentato prendere d’assalto il Castello e la città di Casale, con un fuoco che cominciò alle undici e mezza del mattino, e terminò alle 5 pomeridiane ( tralascia di notare se riuscissero nell’intento) passarono oltre, recandosi al comune di Morano, con intenzione di proseguire verso il detto comune di Trino. Confidiamo che in questi gravi momenti i cittadini continueranno a •Mostrarsi osservanti dell’ ordine e degni della libertà, il sacro deposito della quale è specialmente affidato alla nostra brava guardia nazionale.