403 l’ultimo in che rispetto abbia una convenzione anche imposta, e quelle norme e consuetudini, che la convenienza e la generosità hanno reso inviolabili ira le genti civili. 11 giorno dodici del corrente marzo il Governo Sardo ha denunciato all’Austria la cessazione dell'armistìzio. L’Europa giudicherà fra il Governo Sardo e l’Austria. Essa dirà se da un canto si poteva spingere più oltre il rispetto di una convenzione subita, la longanimità, la pazienza, dall’altro la infrazione dei patti, la violenza, l’insulto; e nella lolla, che sla per ricominciare, non vorrà certo negar le sue simpatie a quella parte, che combatterà per gl’ imprescrittibili diritti dei popoli, per le sante ragioni dell’umanità. 11 Governo Sardo le invoca da tutte le nazioni civili: le invoca da quelle Aite Potenze, che gli furono già liberali de’ loro benevoli officii ; le invoca da tutte quelle genti, che, in antico o di recente, combatterono o combattono per la loro indipendenza, e sanno quanto amaro sia non possederla, quanto arduo conquistarla : le invoca dalla Germania slessa, a cui le relazioni di lingua, di vicinanza, di consuetudini coll'austriaco, non devono far dimenticare quanto sia slato e possa essere ostilo al ricomponimento della sua iorle nazionalità : lo invoca con più calore e fiducia dai popoli di questa Penisola, che tulli, in dispetto delle colpe e degli errori di tanti secoli, sono pur sempre congiunti dalle reminiscenze, dagl’ intentiimenti, dalle speranze e dal cuore. Cosi la guerra dell’ indipendenza nazionale si riapre. Se gli auspici! non ne possono essere lauto lieti quanto nello scorso aniiOj la causa ne è pur sempre la slessa; santa come il diritto, clic hanno i popoli tulli, arbitri del suolo, in cui Dio gli ha posli ; grande come il nome e le memorie d’Italia. E certo i voti d’Italia ci seguiranno su quei campi, dove quest’esercito subalpino col magnanimo suo Re, cogli animosi di lui ligli, diede cosi splendide prove di valore, d intrepidezza, di pazienza; dove i nostri fratelli della Lombardia, della Venezia, dei Ducati han-■•o sofferto per selle mesi gli oltraggi più acerbi, le più crudeli torture. Confidiamo adunque di vendicare i dolori della patria; di affrancare col- 1 armi nostre quanta parte ne è in balia dello straniero; di libei ai e dalla lunga pressura l'eroica Venezia; di assicurare la indipendenza italiana. Agostino Chiodo, Presidente del Consiglio e ministro di guerra e marina. Domenico De Ferrari, ministro degli affari esteri. Urbano Jiuttazzi, ministro degl interni. Vincenzo /licci ministro delle finanze. ... Hiccurdo Sineo guardasigilli, ministro di grazia e giustizia. Curio Cadorna ministro della pubblica istruzione. Sebastiano Tecchio, ministro de’lavori pubblici. Domenico Buffa, ministro d’agricoltura e commercio. il» nobiltà dei sensi, alla digtnla delle parole Alla maestosa forma, alla uo i(-ei.ilo Ja nauseante contrapposto die contraddistinguono il doCUmeU * iamo 0ra a riferire . Il marescialb quello che, per dovere di isl°"J » Uà ‘dc| suo grado supremo scendendo n