Ogni stilla di sangue alzi un guerriero Che il fratello risurga a vendicar. Via una volta, per Dio, via lo straniero Lo gridan FAIpe, e lo ripeta il mar. Maladetto da Dio chi alla sua terra Pianta le spine ove nasceano i fior, E con beffardo cicalio si sferra E insulta a tanto universal dolor! Concordia ed armi e non dispute stolte 0 fratelli vi chiede oggi il frate!. Concordia ed armi sol da voi s’ascolte, Vcl chiede Italia e ve lo intima il Ciel. Venezia! fuor di questa tua laguna Discorre lo sterminio e lo squallor. Ma più che il tramontar della fortuna, La Concordia spaventa il vincitor. Popoli! a voi l’ultimo grido io mando: Maledizione a cui non tocchi il cor. Venezia vive — Ella conserva il brando Che figgerà nell’ ultimo oppressor. La sua vesta di gemme eli’ha venduta Per conservar intatto il suo vessil; D’ogni pompa Ella va squallida e muta Ma non ancor di sua miseria, umil. Le gentili sue donne hanno strappati Gli aurei molligli che fmor le ornar, Ed ignude le man 1’ hanno recati Sui sagrosanti della Patria aitar. Gloria a Voi figlie di una nuova Roma! Gloria a Voi che la Patria avete ia cor; VJ orni la fronte pur nuda la chioma, Voi scambiaste in acciar le reti d’or. Verrà dì che il Guerrier dei tre colori Quest’onde vincitor ribacierà: Tinto di sangue e carico d’allori Al vostro piede il brando ei deporrà. Popoli dell’Italia anco una volta! Venezia langue — pur resiste ancor. Grida aita al fratei ehe non l’ascolta ! ! Maledizione se Venezia muor !!! Ma questa mia Odalisca erge superba La sua fronte che sfida i nembi e il mar. E libero il vessil Ella vi serba Finché un pane le resti ed un acciar. Non vi illuda, o codardi, eternamente Della Grande Nazione il millantar; Fidate in Voi, non in estrania Gente; D’oltr’Alpe non si vien che a conquistar.