334 10 domando se il popolo non ha diritto di domandar conio a'proprii deputali del modo, col quale adempiono al loro mandato, e non credo che cessi per questo di essere un buono e tranquillo popolo. Anzi ritengo che il popolo ne abbia il diritlo e il dovere. 11 rappresentante Avesani disse_, è in nome della libertà che io \i domando il volo secreto. Come, in nome della libertà? Quasi che un uomo, che delibera pubblicamente non sia libero a deliberare ! Chi lo costringe a non seguire i dettami della coscienza ? Credo che noi abbiamo accettato il mandalo del popolo per essere responsabili di tutti i nostri atti. Si diceva che la coscienza è più sicura nel voto segreto, quasiché il rappresentante possa mancare alla propria coscienza. Col dire che un deputalo, votando pubblicamente, non è libero, si ia torlo all’Assemblea. 11 rappresentante Cliicreghin: Io non posso lasciare senza risposta un’osservazione dell’avvocato Avesani, perchè mi sembra assurda. L’avvocato Avesani ha detto: In quest’aula i nostri maggiori volarono segretamente. Col voto segreto essi resero grande Venezia: dunque dobbiamo volare segretamente anche noi. Tralasciando d’osservare che il nome di Venezia sarà stato reso grande e temuto, non già pel modo delle votazioni, ma pel senno dei volanti, col modo di ragionare dell’ avvocato Avesani si potrebbe anche distruggere la democrazia, perchè si potrebbe dire: Venezia fu grande sotto i dogi, sotto la repubblica aristocratica; dunque facciamo un doge, rimettiamo in onore l’aristocrazia. Il rappresentante Baldisserotto legge: Chiesi la parola su questo vitale punto del Regolamento, abbenchè già si bene sviluppato e trattato dagli antecedenti oratori, poiché amo che sia chiaramente conosciuta la mia opinione dai miei mandanti, comunque sia per ¡stabilire l’Assemblea in proposito. Perdonate se le mie parole non sono sì forbite, come quelle degli altri oratori, che mi precedettero a questa bigoncia; esse sortono dal cuore d’un vostro marino, che sa di non essere uè legale, nè letterato. Vi esporrò adunque solo come la penso in proposito, avendo già l’onorevole rappresentante Varè assai chiaramente esposto le ragioni che militano in vantaggio del voto palese. Solo aggiungerò ciò che ommise ad arte nelle sue citazioni storiche il rappresentante Avesani; che cioè il vóto segreto perdè in questa stessa sala, nel 1797, la libertà di questo paese, che noi riconquistammo. Se noi ci ritrovassimo in circostanze normali, sarei forse incerto se attenermi al voto palese od al segreto, mentre per ora ben convengo esservi fra noi alcuni non apparecchiati ad esporre in pubblico la loro opinione, alle volte non consentanea a quella dell’uditorio; ma siccome io rifletto che in queste nostre circostanze eccezionali, nelle quali potassimo noi, rappresentanti del popolo, essere chiamati a decidere della sorte di questa nostra cara patria, il voto palese potrà salvarla, ed in vece forse arrischiarla, se non perderla, il voto segreto, poiché non sarà del