44 E però se non si vuole che Venezia ceda, conviene che larghi sussidii le siano trasmessi, e tosto, da tutti i governi italiani che professano volere la indipendenza nazionale. Dico i governi, poiché essi soli possono dare aiuti efficaci, mentre l’esperienza dimostra che le collette private, importantissime come dimostrazione morale di simpatia, non possono dare risultamenti proporzionati alle gravissime nostre necessità. Il Piemonte, da tanti censurato, sotto il ministero Pinelli, dopo aver fallo sagrifizii enormi alla causa dell’indipendenza votava per Venezia un sussidio mensile di franchi 600 mila sino a guerralinita. La liberale Toscana sotto un ministero democratico non può non seguire il nobile e-sempio. So che le vostre finanze sono dissestate. Ma paragonatele alle nostre, ma credete quali espedienti noi abbiamo usato senza alcun ostacolo della popolazione. Se si vuole veracemente la liberazione d’Italia, conviene adoperare mezzi energici e risoluti : le mezze misure non serviranno ehe a rovinarci e disonorarci. In somma, se volete che questa cittadella italiana non ceda in mano dell’ Austria, è indispensabile che inviate sussidii larghi e pronti. Se 110, cadrà, e cadrà con essa la causa nobile e santa, per cui l’Italia dice voler combattere. Perdonate la franchezza delle mie parole, È il grido disperato che il fratello che affoga indirizza al fratello che lo può salvare. Addio di cuore. Di Yeuezia il 51 gennaio 1849. Vostro a ¡fez. MANIN. 9 Febbraio. Risposta del presidente del consiglio dei ministri Schwurtsemberg. Nella seduta del Parlamento del 26 gennaio, il presidente del Consiglio dei ministri Schwartzemberg rispose a parecchie interpellanze, fra cui a quella del deputato Pitteri riguardo alla questione italiana. Disse che il governo non intende opporsi alle tendenze dei popoli d’Italia, in quanto mirano alla libertà costituzionale. E suo assunto di applicare pienamente il principio dell’eguaglianza delle nazionalità anche nel Lombardo-Veneto, fermamente risoluto però a combattere la sollevazione colla forza, qualora essa fosse per manifestarsi di nuovo e ad impedire ad ogni costo e con tutt’i mezzi che stanno in suo potere, il distacco di quelle provincie dalla complessiva monarchia. Riguardo alle trattative diplomatiche non può darne notizia, essendo esse ancora pendenti, ma lo farà, presentando il relativo carteggio, tosto che esse avranno condotto a qualche risultato 0 saranno entrate in uno stadio, in cui potrà seguire senza pericolo la pubblicazione degli atti. Conchiuse il ministro dicendo che saprà tutelare l’onore e l’integrità della monarchia e che esso si assume la piena responsabilità di tale questione»