493 sionc di Ire individui, da eleggersi fra l’Assemblea, i quali vengano investiti del mandalo di estendere un indirizzo ai tre governi, pontificio, toscano e sardo, invocando l’accettazione della nostra carta monetata. La Commissione ritirerà dal Governo le opportune informazioni, e l’indirizzo dovrà essere approvalo dall’Assemblea. » (rivi applausi.) 11 rappresentante triumviro Manin : Domando la parola. (Fragorosi applausi. ) 11 Governo si crede in dovere di dare informazione su quel che ha fatto, rispetto l’argomento, intorno al quale ha parlato tanto degnamente il cittadino rappresentante Priuli. Qui il rappresentante triumviro Manin legge il suo rapporto : « La emissione della carta monetata, ei dice, voluta dalle nosire condizioni economiche, impegnò tutta l’attenzione del Governo, perchè questa carta presentasse tali garantie, che ne rendessero l’ammortimento cerio e la circolazione sicura. Il governo non poteva però dissimularsi che, continuando il bisogno di comperar tutto al di fuori a danaro sonante, e circoscrivendo al solo nostro mercato il giro di parecchi milioni di carta monetata, il suo corso avrebbe subito in breve tempo uno scapito; scapito, che sarebbesi aumentato in ragione della scomparsa naturale ed arliliziale della moneta metallica. Ci siamo »ero, nello scorso novembre, rivolti ai Governi di Iloma, di Firenze e di Torino, chiedendo che fosse soltanto pronunciato il riconoscimento e dichiarata la libera accettazione della moneta del comune di Venezia nelle pubbliche casse, come danaro, in pagamento d’imposta. » E seguita, narrando gli uffizii e le istanze, fatte a tale scopo dal nostro incaricato d’affari presso il Governo romano; il quale rispondeva 1 8 gennaio, [mostrando la sua buona volontà e facendo vedere quali e quanti ostacoli interni gl’impedivano pel momento di mandarla ad effetto e l’obbligavano a protrarre a miglior tempo 1’adempimento del più sacro dei doveri, coni’ e’ riguarda quello di aiutare Venezia. In conseguen-za5 ¡1 »ostro Governo scriveva il 16 febbraio all'incaricato d’affari a Homa di ripetere la richiesta all’Assemblea costituente romana. Al nostro incaricato d’affari in Toscana, che fece a quel Governo la medesima domanda, venne risposto il 6 dicembre con pari espressioni simpatia per Venezia, significando nel medesimo tempo che l’accedere a"a domanda del Governo di Venezia sarebbe stato pel Governo di colà Un oltrepassare i limiti del suo diritto, descritti dallo Statuto al potere esecutivo; e che, appena le Assemblee legislative fossero aperte, il Governo toscano era nella piena /ìducia che non sarebbe mancato chi vi tiesse uno speciale proposito delle domande, che non hanno potuto fin (lu‘ essere attese. Il Parlamento toscano, aperto il 10 gennaio, fu sciolto il 40 feb- 1,r«io, senza che abbia avuto luogo una discussione o deliberazione intorno la domanda fatta. Il rappresentante triumviro Manin segue nel suo rapporto a par-are degli ufficii, fatti presso il Governo di Sua Maestà il re di Sar-egna, mentre nella Camera elettiva di quello stato venivano fatte pronte di soccorsi a Venezia dal benemerito deputato, generale Antonini, T. VI. 4 3