257 quali si decidono i destini dei popoli. I» sì supremo momento, il ministro dell’interno ci annunziava una modificazione nel gabinetto dei re, e confermava così la voce pubblica, che ne correva, la quale indicava anche la cagione di quel fatto. In questi momenti io credo necessario che la nazione sappia intiera la verità. Al ministero adunque si volgono le mie parole; io chiedo ai signori ministri se il motivo, pel quale fu modificato il gabinetto, sia l’ordine che si dice dato ad una parte del nostro esercito di entrare in Toscana, e di riporre sul trono dei Medici il granduca di Toscana. Attendo uno schiarimento; lo desidero pieno ed intero e perchè credo nell’interesse della patria, in sì solenni circostanze, che la verità sia interamente chiarita e conosciuta. Chiodo, ministro della guerra: Che sia dato uu tale ordine, io non 10 so; quello che so si è che il Consiglio dei ministri non ha mai deliberato d’intervenire militarmente nella Toscana, e che il ministero attuale nosi ha l’intenzione di prendere una taie deliberazione. (Applausi.) Depretis. —Siccome dietro le spiegazioni date dall’onorevole signor presidente del Consiglio dei ministri, egli è chiaro che il Consiglio non ha preso la deliberazione, a cui accennava, io chiedo di nuovo al ministero che voglia indicarci la cagione dell’ occorsa modificazione. Sineo, ministro di grazia e giustizia: La cagione della modificazione occorsa nel gabinetto non ha verna seguilo: è un fatto compiuto. Eravi un dissenso interno; il dissenziente uscì da! gabinetto. Non essendo 11 caso, in cui il gabinetto debba prendere ulteriori deliberazioni in proposito, e trattandosi di cosa che non ha alcun seguito, io credo che il Parlamento ci dispenserà dal dare ulteriori spiegazioni. Valerio Lorenzo — Sono lieto che, dalle spiegazioni date dai signori ministri, risulti che, se vi fu crisi ministeriale, l’azione del Parlamento fu a questa interamente estranea. Il giovane nostro Parlamento non ebbe ancora, nei pochi giorni dacché è convocalo, occasione di mostrare quali sono i suoi intendimenti politici, e come pensi coadiuvare al ministero nel compierli. Oggi soltanto^ per la bocca del relatore della sua Commissione, incaricata di redigere l’indirizzo in risposta al discorso della Corona, potè la voce del Parlamento innalzarsi, e dire al popolo quali sono i pensieri, che lo guidano nella sua carriera. Però, una modificazione ministeriale è sempre grave cosa e tanto più grave, quando per essa esce dai consigli della Corona un uomo, che per molti meriti procurossi l’amore e la gratitudine del popolo italiano, ed in ¡specie del popolo subalpino. Onde io credo che, nelle gravi emergenze ¡11 cui ci troviamo, mentre la città è turbata, quando le vie della nostra capitale, così famosa pel suo quieto vivere e pei civili sentimenti, sono piene di agitazione, io credo di compiere il mio dovere di deputato, insistendo presso il Consiglio dei ministri, affinchè, se ciò può farsi senza grave danno della cosa pubblica, i motivi di dissentimento ira l'illustre Vincenzo Gioberti e il Consiglio dei ministri vengano francamente cd esplicitamente notificati. (Applausi.) Gioberti. — Signori, la posizione, che testò occupava, m’impedisce di dare alla Camera quella dichiarazione, da cui risulterebbe la mia intiera discolpa; ma, se la mia delicatezza^ se Pobbligo di uomo di stato T. VI. 17