542 Questa proposta fu sviluppata ieri ; prego tuttavia il rappresentante Tommaseo di dire se ha qualche cosa da aggiungere. Il rappresentante Tommaseo: I miei schiarimenti gli ho dati ieri nel discorso che lessi. II rappresentante Calucci: Domando la parola. Quantunque l’onorevole rappresentante Tommaseo abbia dichiarato essere suiTiciente lo schiarimento del discorso ieri letto, debbo confessare che non ho idee chiare sulla natura della proposizione. Egli vorrebbe che, durante la guerra, si rimettesse a Commissioni speciali le cose militari e politiche, delegando lavori alle Commissioni permanenti, o scegliendo i più importanti. Io credo che egli certo non intenda che queste Commissioni speciali debbano lavorare di concerto col Governo: dico di concerto, nella supposizione che l’Assemblea fosse frattanto aggiornata, perchè questo sarebbe in gran parte modificare la legge, che l’As-semblea ha statuito nel 7 marzo. Credo egualmente che egli non voglia che noi ci aggiorniamo, rimettendo per così dire i nostri poteri nelle mani di queste Commissioni speciali, che abbiano a decidere su ciò che il Governo prepara; perchè nemmeno questo l’Assemblea potrebbe fare. Altro dunque non resterebbe, se non che l’Assemblea, di volta iu volta che il Governo o altri facessero proposizioni, delegasse delle Commissioni speciali per ¡studiarle, riferirle; ma per questo non vi è bisogno di nessuna proposta, perchè il Regolamento lo dice. Che se questa ultima è la cosa proposta dal rappresentante Tommaseo, io domando che si passi all’ordine del giorno, perchè la proposta si risolve in zero. Il rappresentante Tommaseo: L’intendimento della proposta mia si è soddisfare nell’atto medesimo, e ad un desiderio che mi parve legittimo, manifestato dal Governo, e alla dignità della nostra Assemblea. Il presidente del Governo, in una delle precedenti adunanze, pregò l’Asscm-blea che nelle pubbliche discussioni non si stendessero i nostri ragionamenti intorno alle cose di guerra e di politica esterna; e questo suo desiderio mi parve legittimo e saggio per le ragioni accennate nel discorso che ho letto. Or, se nelle pubbliche adunanze era inopportuno e imprudente, a questo momento, trattare le cose di guerra e di politica esterna, e se l’Assernblea si vuole serbare un qualche adito a manifestare l’opinione propria intorno a tali argomenti, io non ci veggo altro modo se non che a soddisfare anche in questo al desiderio, che nel passato ottobre il Governo significò; vale a dire che una Commissione sia eletta, la quale direttamente col Governo corrisponda intorno alle cose le quali riguardano la politica esterna. A questo desiderio del Governo mi pare che ora specialmente sia il punto che si soddisfaccia. Nel Regolamento non trovo cenno alcuno intorno a tale proposta. Dico adunque che alla dignità dell’Assemblea si soddisfà insieme e al desiderio del Governo, perchè l’Assemblea dovrebbe, caso che s’ astenesse da ogni discussione pubblica sopra argomenti di guerra e politica esterna, dovrebbe rimettere tutte le sue facoltà nel Governo, che sarebbero, certo sicuramente rimesse; ma dico che all’Assemblea dee in questo momento parere opportuno di entrare almeno indirettamente a parte della cosa pubblica in modo che il popolo s’accorga ch’ella non è affatto aliena dagl’ interessi di lui, che fraternamente coopera col Governo.