22 abbandonavamo, solto la protezione del governo imperiale. S. M. l’imperatore d’ Austria, con decreto del 20 settembre, aveva accordata amnistia alle persone, c!ie avevano preso parte agli avvenimenti della Lombardia. A ironie di queste obbligazioni, ad onta di guarentigie così sacre, i comandanti militari austriaci non cessarono al loro ritorno in Lombardia di dare gli ordini più arbitrari e più oppressivi. Lo stato d’assedio, i processi, le ammende, le destituzioni, i saccheggi organizzati, le esecuzioni sommarie, senza distinzione di sesso e di condizione di persone, senza riguardo alle circostanze attenuanti e sotto i più lievi pretesti, sono fatti abbastanza noti all’ Europa intera, che già li colpì di severa, ma giusta disapprovazione, perchè basti il qui rammentarli. Continuarono dopo l’armistizio nei medesimi alti di barbarie, che durante la guerra avevano sparso il terrore in mezzo alle popolazioni. Crudeltà che l’animo rifugge dal descrivere, ma la cui verità è comprovata in modo irrefragabile, rivelano altamente un’ animosità, che non conosce limiti di sorta. Tralasciando la citazione della numerosa serie di decreti che la Gazzetta ufficiale di Milano ha registrati, ci contenteremo a rammemorare quelli del maresciallo Piadetzky dell’ 1 1 novembre e del 30 dicembre ultimo. Il primo colpisce di enorme imposta le persone, che presero parte alla rivoluzione lombarda, anche coi semplici loro mezzi intellettuali. L’ altro prescrive agli emigrati, per rientrare nella loro patria, un termine, oltre il quale i lori beni saranno messi solto sequestro. Un iniquo sistema di spoliazione si pose pure in vigore, sotto i nomi di contribuzioni, d’imposte straordinarie di guerra, ec. Le confische più illegali vennero pronunziate contro alcuni infelici emigrati, ai quali si ascriveva a colpa l’aver preferito l’esilio all’oppressione, contro cui le più formali promesse non offerivano sicura guarentigia. Consta da documenti ulliciali che la Lombardia sola fu gravata dopo l’armistizio da imposte straordinarie per la somma di circa 40 milioni di lire. Aggiungendovi 50 milioni d’imposte ordinarie, essa ha fornito, in questo piccolo spazio di tempo, 70 milioni all’avida indiscretezza dell’Austria; e siccome queste estorsioni saranno continuate, si può calcolare a più di 100 milioni la somma, che se ne sarà ricavata durante un anno, vale a dire quasi la metà delle imposte di tutto l’impero austriaco. Ora la popolazione della Lombardia essendo di 2 milioni e 4/2, e quella dell’impero di 34 milioni di abitanti, è dunque evidente intenzione dell’Austria di precipitare le provincie, che con voto spontaneo si sono riunite agli stati sardi, nella più compiuta ruina. Nulla prova il cieco odio, che mosse le autorità austriache, meglio del partito, dalle medesime preso il 24 dicembre ultimo, di respingere dalla frontiera le vetture che trasportassero viaggiatori provenienti dagli stali del re, d’impedire l’introduzione dei giornali, insomma di porre ogni maniera d’incagli nelle relazioni abituali dei due paesi. E questa misura, contraria a lutti gli usi e a tutte le convenienze volute dai rapporti internazionali, fu presa senza plausibile motivo, per un semplice capriccio, che nulla può giustificare, e senza tenere alcun conto della grave perturbazione, che ne risulta nelle necessarie abitudini di comunicazione fra vicini paesi. Uu fatto di natura ben più grave ancora e che venne additato dal-