I uomini di Venezia movere ni Campidoglio c confondere i loro voli e le speranze ed i pensieri degli uomini dell'eterna cillà. Nessuna fra le genti italiane potrà resistere al prestigio esercitato dai vostri due nomi. Ed io ni’ adopro, come posso adoperare qui dov’io sono, il trionfo all’idea repubblicana rappresentata da voi primi; all’idea unitaria rappresentata da Iloma. E perchè, presso a viaggiar verso ltoma, sento pur sempre più vivo di giorno in giorno il desiderio di visitare la vostra città, ho voluto almeno con queste poche parole fidate ad un amico, ricordarmi a molti che tra voi mi conoscono, e raccomandarmi a tutti come un fratello che benedice da lungi ai vostri lavori, che studia con amore ciascuno de’ vostri passi, e confida in voi e sa che voi siete oggimai levati troppo in alto per discendere dalla grande via che guida alla patria, ai torti viottoli dei faccendieri politici che tentano sostituire la meschina idea d’ una dinastia senza passato, e senz’avvenire. 27 Febbraio. RAPPORTO SULLE FINANZE letto dal triumviro Manin all’Assemblea dei rappresentami dello stalo di Venezia nella sessione del 2G febbraio 1849. Cittadini rappresentanti! Nel giorno 11 agosto 1848, si trovavano nelle Casse dello Stato L. 820,874:80, costituite da L. 081,223:54 in danaro effettivo, da L. 30, 288:62 di depositi privati, e finalmente da effetti di valore per L. 109, 362:70. E poiché la spesa ordinaria di un giorno sorpassa le L. 100,000., questi mezzi non potevano bastare che a poco più di sei giorni di vita. Il Governo di luglio non aveva nè il dovere, nè il diritto di chiedere ai cittadini gravissimi sacrifizii per preparare mezzi straordinarii, onde alimentare le sue finanze pel tempo futuro; poiché il veneto erario, per le decisioni del A di quel mese, andava a fondersi col sardo. E però, non dobbiamo sorprenderci se le sole fonti estraordinarie di attività, che si trovavano in quel tempo predisposte per sostenere l’enorme dispendio di guerra, erano il prestito di un milione e mezzo imposto alla Banca nazionale, di cui era preparata ma non attivata la istituzione, e gli argenti dei cittadini, dei quali il Governo si era lino a quel momento limitato a chiedere la semplice notifica. In questa disastrosa condizione, il Governo d’agosto decretò la requisizione di tutti gli argenti dei privati, e costituì istantaneamente la Hanca nazionale; co’quali mezzi provvide alle necessità dei primi quaranta giorni, a mal grado degli stenti grandissimi, procedenti dall’inevitabile ritardo della Zecca a ridurre in moneta quella massa d’argento, e dalle difficoltà di raccogliere le somme, che dovevano essere pagate dalla "anca. Durante questo periodo, fu falto.il più caldo appello alla carità patria degl’italiani, promovendo ovunque quelle collette, le quali, se non federo grandissimi risultamenli, valsero almeno a tener viva in tutta