99 gora il popolo nostro, se non a quello della Repubblica? In questa Venezia colui che scrive fu primo a indispettirsi e ridere delle costituzioni, come ora è primo a indispettirsi e ridere delle costituenti. Ed oggi e’ non allega il triste merito di essere slato profeta di sciagure, se non a viemeglio persuadere, s’egli è possibile, che la Costituente, riguardata come il termine dei vecchi, non sarà che il principio de’ nuovi mali nostri. Io non veggo e non è possibile di vedere in essa che un solo vantaggio : avere adunati voi, eletti e deputali di tutto il popolo italiano a Roma, per trattare di quello che i despoti nostri reputavano fino ad oggi arbitrio della loro sovranità. Il fatto è grande, ma solamente per colpa della nostra picciolezza passala ; grande rispetto a quello ieri fummo, non già rispetto a quello dobbiamo essere tosto; grande perchè da sedici secoli abbiamo perduto dignità di nazione, da trentaquattro anni il carattere di uomini; grande perchè ci potrebbe rendere l’antica patria, l’antico nome. La Costituente è un monumento cosi grande della nostra presente abbiezione, quanto è sublime l’altezza cui ella ci potrebbe sollevare, ma la Costituente per se stessa non ci esalta all’ altezza nè della Francia, nè della Inghilterra e nemmeno della Turchia, delle quali le ultime due hanno indipendenza ed unità, e la prima per eolmo di gloria e di beatitudine è libera, Ella non ci solleverebbe che all’ altezza della vecchia Germania, o delia Svizzera odierna, le due nazioni più misere di Europa, eppure tanto meno misere di noi, che il ragguagliarci alla miseria loro, ci debba parere il fruito più prezioso della nostra rivoluzione, Infatti la Costituente si propone di lasciare intatti gli stati ed i governi d’Italia, e di unirli solamente col filo Inaridissimo delle confederazioni. Ella non toglie nè Malta, avanguardia del Mediterraneo, agli Inglesi; nò la Corsica, provincia per silo, per indole, per lingua, per stirpe italianissima, ai Francesi; nè il Ticino, sentinella delle Alpi Retiche, alla Svizzera, succida meretrice del cadavere austriaco. In ultimo elia non coalizza i re conlro l’Aus tria; imperochè dopo la Costituente, unico e necessario amico dei re, sarà pur sempre lo straniero, unico e necessario nemico, il popolo. Che bisogno aveano i re di Costituente se si avesse voluto cacciare il Croato d Italia? Ed io vi dico: il giorno che la guerra sia inevitabile, voi vedrete i re a capo dello straniero conlro il popolo, non a capo del popolo contro lo straniero. Dio faccia ch’io m’inganni. La Costituente non riduce alla più perfetta purezza lo spirilo democratico, ma non si vanta che un’applicazione al sistema politico della teoria di conciliazione fra >1 principato ed il popolo, che prima volevasi applicare solamente al sistema civile d’Italia. Dilfatti per introdurla nella grazia dei nostri signori, dietetici, federali e costituenti si affaticarono a provare non esser ella in sostanza che una costituzione distesa a tutta Dalia, piuttoslochè ristretta >>d uno dei troppi regni d’Italia, ed i re non l’avversano perchè paventilo lei proprio, ma le sue conseguenze, le quali vogliono prestabilire, ossia discutere, come discussero e discutono, se Costituente italiana debba essere la costituzione toscana, o la piemontese, o la romana, o 1’ austria-c'i, o se Dio vuole, un’ incognito indistinto, composto della quintessenza di tulle le prefale costituzioni, alle quali come aderivano alfine spontanei, smuluienle aderiranno, anzi già incominciano aderire, impreziositala cosi,