5G3 Inno il suo proclama, in cui riconosce il fatto delle prepotenze militari c dei soprusi dell;* forza contro l’inerme cittadino, l’imperatore suo nipote sottoscriveva a Vienna 1111 proclama allatto diverso, e dove, in poche linee di rozzo e villano stile, è stillata tutta la quintessenza della perfidia del governo austriaco. Questa era la risposta, che la corte di Vienna faceva alle Congregazioni del In Lombardia e del Veneto ; questa era la risposta , che la corte di Vienna da\a ai ridami del Municipio di Milano, alle querele di un’oltraggiata popolazione, alla protesta del procuratore fiscale; questa era la moralità, l’equità, la giustizia di un monarca che ambiva il titolo di padre dei popoli; quest’era il paterno governo, di cui lord Brougham e il sig. d’Israeli facevano gli eneomii nel Parlamento di Londra, Lo stupido imperatore, o meglio coloro che lo dirigevano, si levavano finalmente la maschera d’ipocrisia, con cui si erano coperti sino allora; e, deposto ogni riguardo, mettevano in bocca al monarca le più schiette, e in pari tempo le più brutali espressioni: lo non voglio conceder nulla; voi siete ribelli; il mio diritto sta nella forza, e conlido nella forza. Così i proclami del viceré diventavano una nuova menzogna, e il generale Hees, in una sua lettera confidenziale scritta da Vienna al generale Wratislaw, li chiama un tradimento! Ma il viceré non tardò a purgarsi di questa macchia; imperocché, pochi giorni dopo, con proprii suoi rescritti ordinò che fossero chiuse diverse società, le ime di passatempo, le altre di scienze 0 d’industria, società pubbliche, innocenti, esistenti da lungo tempo con approvazione del governo e strettamente invigilate dalla polizia; poi (il 21) fece arrestare di notte e tradurre, quali a Lubiana, quali a Linz, varie persone, non d’altro colpevoli, tranne di essere cadute in sospetto della polizia ; aggressione contro la libertà individuale e contro le leggi esistenti, disprezzate persili nella forma. Le violenze notturne erano continue; più nessuno ardiva di uscire; se uno cantava, era percosso e arrestato; se due 0 tre discorrevano per via erano percossi e arrestali; se uno camminava a frettolosi passi, era percosso e arrestato; se uno andava adagio, era percosso e arrestato; ingomma, le percosse e gli arresti erano all’ordine del giorno: nessuno era esente, persone civili 0 uomini del volgo, vecchi o ragazzi, e Ira questi un ragazzetto, figlio dello speziale sull’angolo degli Stampi, fu tratto brutalmente in carcere da alcuni poliziotti, che lo videro con un pezzo di gesso a scrivere sul muro, e che^ consegnato al Bolza, In tormentato con un lungo interrogatorio senza che lo commovesse il terrore c il pianto di quel povero fanciullo. I soldati entravano nelle osterie, nei caffè, nelle botteghe di tabacco vi éommettevano rapine ed eccessi, talvolta orribili, e nessuno era mai punito. Molte furono le persone assassinate, e le ferite salirono a più centinaia. La crudeltà fu spinta fino al ridicolo, imperocché bastava nominare un pollo d’india per essere percosso ed arrestato, per la sola r