31 eia fosse delusa, ciò non c’impedirebbe di ripigliare la guerra con forma speranza della vittoria. « Ma per vincere, uopo è che all’esercito concorra la nazione ; c ciò, o signori, sta in voi. Ciò sta in mano (li quelle provincie, clic sono parte così preziosa del nostro regno e del nostro cnore; le quali aggiungono iiile virtù comuni il vanto proprio della costanza e del martirio. Consolatevi dei sacrifìcii che dovrete lare, perchè questi riusciranno brevi e il frutto sarà perpetuo. Prudenza e ardire insieme accoppiati ci salveranno. Tale, o signori, è il mio voto, tale è l’ufficio vostro, nel cui adempimento avrete sempre l’esempio del vostro principe. » 8 Febbraio. Deduzioni sul predetto Discorso. Invochiamo su questo desolante documento tutta l’attenzione dei lettori nostri : a parte le sonore parolone che significano nulla di concreto e mostrano unicamente l’abilità letteraria del primo ministro, nuli’altro si può dedurre da tale discorso, eccetto una dichiarazione solenne che il Governo piemontese intende proseguire nella gretta politica da lui seguila finora a danno della causa comune; che nulla è mutalo nelle sue pretensioni dinastiche, nelle sue tendenze alla direzione isolata, nella sua gelosia verso le altre provincie italiane , nelle sue limitazioni al riconoscimento della sovranità nazionale nelle sue dubbiezze rispetto alla mediazione , nella sua timidezza verso il nemico, nella sua oscitanza rispetto alle relazioni con Roma e Firenze, nella sua impudenza monarchica di lodare sè stesso, e dire alla povera Italia che ricorda l’armistizio Salasco e la capitolazione di Milano : Io feci la parte mia. No : pur troppo non è mutata cosa alcuna nella politica piemontese; i ministeri si succedono e si rassomigliano. 11 16 dicembre 1848 il ministero Gioberti presentò all’allora disciollo parlamento il proprio programma, nel quale diceva che le pratiche della mediazione anglo-francese volgevano alla loro fine. Sono passati da quell’epoca quarantacinque giorni, che furono quarantacinque giorni di crudele martirio per gl’italiani delle molte provincie occupate dall’esercito austriaco, quarantacinque giorni di spielate vessazioni, di estorsioni inaudite, di fucilazioni continue per cinque milioni di fratelli nostri, quarantacinque giorni di sacrifizii e di sforzi per Venezia; e quantunque tutta Europa sappia che le conferenze non sono ancora aperte, pure il ministero medesimo mette adesso in bocca a quel principe, di cui propone la vita ad esempio, le stesse parole di dicembre: Tutto ci fa sperare che la mediazione offertaci da due potentati generosi ed amici sia per avere pronto fine. — Agli adoratori di re Carlo Alberto, agli apostoli del sistema giobertiano, ai vantatori della sincera politica del governo piemontese domanderemo noi che significato dobbiamo attribuire ad espressioni proferite in circostanza solenne, e conosciute come bugie da chi le pronunciava e da chi le ascoltava. Domanderemo inoltre qual differenza dobbia-