454 E Italia, cui non fer cauta gli errori, Capricciosa fanciulla, anco delira Nella sventura! — D’ideali amori Sogna e sospira, E i veri amici, che le dièr la mano Per trarla fuor dalle profonde bolge, Disconoscente, con orgoglio insano Nel fango avvolge. 0 Italia, un dì regina, or sempre ancella, Se a Paride stranier fidi tua sorte, Il pomo non avrà già la più bella, Ma la più forte ! Pugna Venezia ancor, simile a rupe Contro cui la nemica onda si frange; Nè ila per odio o per insidie cupe Che Insubria cange. Ai rinnegati itali duci impreca Chi della Secchia beve e della Parma; Freme Romagna minacciosa e bieca; Etruria s’ arma. Non dal valor, ma da fortuna doma L' oste Sabauda sul Ticino ancora Si accampa, qual destrier, che irta la chioma, Le pugne odora. E che sull’oppressor dunque non piomba Questa fremente gioventù gagliarda ? Invan dall’Adda squillerà la tromba, Se più si tarda ! Chè 1’ ozio ci divide, e l’ire spunta In lotta ignobil di sonere ciance; Mentre al fraterno sen volgon la punta L’ ausonie lance. Guerra, guerra per Dio I L’italo acciaro Niun sia che all’ odio del tedesco rubi ! Tuoni il concavo bronzo; e il primo sparo Sciolga le nubi ! Fratello è ognun che la battaglia affronti; E la corona cingerà primiera Chi farà primo ventolar sui monti La sua bandiera. FORETTI DA MODENA.