125 Priuli Nicolò.....• . . . ......N. S Lunghi Luigi.........!....» 4 Da Camiti ab. Giuseppe...........» 3 Pasini Lodovico.............» 3 Giorgio Foscarini.............» 1 Sirtori Giuseppe.............» 4 Benvenuti Adolfo.............» l Il presidente: Proclamo perciò eletto a presidente stabile dell’Assemblea il cittadino rappresentante Tommaseo Nicolò. ( Universali e fragorosi applausi. ) Il rappresentante Tommaseo: Bendo grazie di cuore all’Assemblea dell’onore proffertomi, e vorrei meritarlo: Ma dall’accettarne l’incarico mi sconsiglia primieramente Pinsuflicienza delle mie forze (No! no! battimani), conosciuta a me (pianto ad altri. Lasciatemi l’orgoglio almeno di poter misurare le forze mie, che è il più scusabile degli orgogli, e in questa occasione comodo tanto a me quanto a voi. Un’altra ragione si aggiunge: la mia vista, sempre più languida e già declinante alle tenebre della cecità, mi vieta poter riconoscere i volti di coloro che domandassero la parola, e poter discernere i movimenti dell’Assemblea e dell’uditorio. Io avrei di bisogno di un suggeritore perpetuo. Le cose politiche somigliano olle teatrali spessissimo; ma, quanto a me, io non «imo coll’esempio mio richiamare al pensiero questa similitudine dolorosa. Una terza ragione si aggiunge, e più grave forse di tutte. Voi sapete, o cittadini, che le opinioni mie son risolute, e la espressione n’è franca. Quand’anche, come io spero e avrei fermo nell’animo, serbassi nel movimento della discussione tutta l’imparzialità che si conviene alla dignità di una popolare assemblea; nondimeno potrebbe parere il contrario a taluni, che dissentissero in qualche parte da me. Potrebbe parere, perdonatemi la parola, che io invece d’incanalare il movimento della discussione per farlo più limpido e veloce, ne facessi o lasciassi fare stagno o torrente. Il sospetto pure di ciò riuscirebbe intollerabile all’animo mio. Per le quali ragioni io vi prego lasciarmi serbare pura da ogni rammarico la dolcezza della gratitudine e l’onor della scelta. E permettetemi di approfittare della vostra benevolenza per dirvi apertamente chi sia il presidente, tra i molti meritevoli, sul quale si fermò il mio suffragio. Io amo nei Parlamenti il voto segreto, ma questa volta mi piace il palese. Dirò dunque che il mio presidente ideale è uomo ragguardevole per la lealtà delle intenzioni, per la purezza del nome, per l’acume delPingegno, per la sodezza del senno, per la varietà del sapere, per la gentilezza de’modi, per la esperienza già presa in simili discussioni: l’avvocato Calucci. ( Applausi. ) Il rappresentante Chiereghin: L’Assemblea, eleggendo a suo presidente Nicolò Tommaseo, ha attuato il desiderio del vero ed unico sovrano, eli’è il popolo. Il nome di Tommaseo è caro al popolo veneziano. L’Assemblea ha adempiuto il tacito mandato, ha fatto il debito suo, e Mcolò Tommaseo, accettando, farà pure il suo debito. Egli accenna ad nisufiicienza ed imperizia di mente; questa scusa, eh’è la modestia, sembrerebbe in bocca d’altri un elogio. i\Ia a Tommaseo essa impone di