213 25 Febbraio. Il Circolo Italiano di Venezia nella sua seduta del 24 febbraio volava il seguente indirizzo : AL PRESIDENTE DEL CIRCOLO ITALIANO DI GENOVA. Cittadino presidente! Nella occasione in cui la severa franchezza della parola e la solenne autorità del coraggio civile provocarono dalla violenza ministeriale la dispersione delle loro popolari adunanze, noi proviamo il bisogno di dare ai Genovesi un segno della nostra fratellevole simpatia. Preghiamo la gentilezza vostra, Cittadino Presidente, di dare la maggiore pubblicità ad uno scritto che vuol far eco alla vostra eloquente protesta. Noi abbiamo spesso applaudito all’ energia democratica del vostro linguaggio, ed ammirato il generoso patriottismo che voi provaste coi fatti: ora ci uniamo a voi^ come uomini liberi, e come cittadini italiani per dichiarare violato il sacro diritto di associazione, nella chiusura del vostro Circolo decretata dal sig. Buffa. Nei Governi italiani è costume ormai fatto antico l’adoperare contro (lei loro popoli quella forza che impiegar nè sanno, nò vogliono per 1 indipendenza e per l’onore della nazione. Vilmente trepidanti in faccia ■ili’oppressore straniero, fanno di tutta la loro energia miserabile mostra all’interno per soffocare la voce di chi soffrir non consente questa patria vergogna. Ma la volontà popolare è potenza cui nulla resiste: i concittadini di Balilla e di Mazzini non indietreggiano : i decreti del ministro torinese »011 sospendono il procedere provvidenziale degli avvenimenti : un popolo che ha giurato di essere ad ogni costo libero ed italiano, lo sarà senza dubbio. Chiusa una popolare adunanza, la parola che non echeggia più in quelle sale deve risuonare parlata in mille altri luoghi, serpeggiare scritta 0 stampala per tutte le case; la pubblica opinione con le infinite sue Bocche deve ripeterne in tutte le forme il concetto. Fratelli Genovesi, non vi stancate! Alla è la vostra missione, ma n°n superiore alla vostra fama, al vostro genio, alle vostre memorie! Ricordatevi che la chiusura dei Circoli Toscani fu 1’ ultimo crollo al sistema reazionario del governo granducale. Noi non aspettiamo dai fra-WH di Genova meno di quanto hanno fatto i fratelli di Livorno. Bisogna agitare, continuamente agitare. La grande idea italiana deve scuotere per opera vostra le resistenze ar'stocratiche e dinastiche nel Piemonte. Per opera vostra la più agguerrita Parte d’Italia deve riunirsi con noi, ed acclamare congiuntamente: Via lo straniero a qualunque costo ! Viva la Costituente Italiana ! Viva l’Italia libera ed una! E voi, cittadino Presidente, il quale siete degno maestro di quel Coraggio che è splendidissima fra le cittadine virtù, dite in nome nostro