208 ne seguirà? Avremo due principii in lolla; noi avremo la causa nuova, Titlea dominante del secolo; noi avremo il dispotismo già crollante a fronte con quello clie vincerà la lotta. Noi vediamo nella religione, nella civiltà, nella filosofia, che alla fine non è che il riassunto dell’idea del secolo, ridotta in concreto, noi vediamo che la causa nuova vince l’antica, perchè questa già fece il suo corso, perchè essa è decrepita. E qual’è la causa nuova? È la libertà del popolo, l’indipendenza del popolo in lotta contro il dispotismo, già stremo di forze, che cade iu rovina. Ed io credo che, qualunque sia l’intervento, noi riusciremo nella lotta. L’Italia, come tulti gli altri popoli che aspireranno alla libertà ed all’indipendenza loro, riusciranno certamente vittoriosi. Io \i parlo con tutto il convincimento, acquistato con qualche studio sugli umani avveni-nimcnli: io non dubito che riusciremo vittoriosi. Ma intanto noi dobbiamo provvedere, affinchè la causa dell’Italia prenda da ogni lato tutti quei provvedimenti che sono utili a conseguire lo scopo da noi prefisso; e non potrò credere che si debba favoreggiare il Pontefice, perchè possa ripigliare ancora il dominio temporale, e che possa a\ere il potere esecutivo. ( Applausi dalla galleria e dalla Camera. ) 11 Papa deve tornare Pontefice massimo al Vaticano, il Papa prende insegnamento da Cristo, il quale, interrogalo da Pilato se era vero che tramava contro il popolo romano, e che voleva farsi re della Giudea, rispose : Regimiti meum non est de hoc mando. Faccia lo stesso il sommo Pontefice: noi tutti lo onoreremo. Benedica i popoli; che attendono al loro riscatto; allora noi proseguiremo a gran passi verso il nostro incivilimento e giungeremo a quei desiini, a cui Dio ci ha chiamati. Ma ora ben mi accorgo di essermi alquanto discostato dalle mi*! interpellanze; ma hanno esse tale collegamento col Pontefice e con Roma, che, quasi non volendo, mi sono trovato costretto a presentarvi queste considerazioni. Ora io ritorno alla mia interpellanza : io non intendo già che il ministero, in assenza del ministro degli affari esteri, mi dia una pronta risposta. Io professo gli stessi principii che professa il ministero. Io sono persuaso della sua lealtà, e perciò rimetto tutte le mie osservazioni alla sagacità del ministero, persuaso che provvederà si e come possono meritare le mie interpellanze. Cadorna, ministro: Signori, la Camera comprenderà di leggieri che in affare di tanta importanza, di cui appena appena si ebbero notizie dai giornali, il ministero non poteva improvvisare veruna determinazione, e realmente niuna fu da esso presa finora. La necessità di ponderare quesla questione, la quale, per gli ultimi avvenimenti indicati ora da un onore-vole nostro collega, è molto complicata, non solo nelle relazioni interne, ma anche nelle estere, ed ha in parte variato lo stato della questione, c’impone sempre più il dovere di non prendere una determinazione, I;’ quale non sia perfettamente ponderata. Questo è il motivo, per cui i ministero non potè fin d’ora appigliarsi decisamente a verun partii0' questo è il motivo, per cui noi non siamo in grado per ora di dare quellf spiegazioni, che l’onorevole preopinante avrebbe desiderato.