80 Decreto fondamentale. Art. Il Papato è decaduto di fatto e di diritto dal governo temporale dello stato romano. Art. 2. Il Pontefice romano avrà tutte le guarentigie necessarie per la indipendenza nell’esercizio della sua potestà spirituale. Art. o. La forma del governo dello stato romano sarà la democrazia pura, e prenderà il glorioso nome di Repubblica romana. Art. 4. La Repubblica romana avrà col resto d’Italia le relazioni che esige la nazionalità comune. 9 febbraio 4849, I del mattino. Il presidente G. Galletti. I segretarii Giovanni Pennacchi — Ariodaute Fabretti — Antonio Zambiaii-clii — Quirico Filopanti Barilli. Roma 8 febbraio VIVA LA REPUBBLICA ROMANA! E l’una dopo mezzanotte, e usciamo in questo momento dalla sala, ove è stata adunata la Costituente dalle undici antimeridiane. Chi potrebbe descrivere la commozione, da cui noi tutti siamo stali commossi! La gran parola è stata pronunziata. La democrazia ha vinto. Dopo una discussione grave, animata, ma libera, coscienziosa, alle ore undici e un quarto pomeridiane, fra gli applausi del popolo affollato nelle tribune, si è proclamata la repubblica romana, dopo d’essersi dichiarato la decadenza del potere temporale de’Papi. Di cento quaranta rappresentanti e più, solamente una ventina è stata contraria alle ammesse proposizioni. Di tal modo la religione è stata purificata; l’Italia ha acquistato interamente Roma; e Roma ha schiuso dinanzi a sè un glorioso avvenire. La maggioranza de’rappresentanti, concorsi alla gran proclamazione, già mostra che non poteva più contenersi ne’popoli dello slato il desiderio di emanciparsi dal governo teocratico. Non ostante, ammiriamo la fermezza di quelli che han votato in contrario, desiderando invece lasciare la quistione sul regime da darsi al nostro stato, ne’poteri della Costituente italiana. Essi, se non altro, han compiuto una grande missione, quella di far seriamente e posatamente discutere una quistione si vitale. E impossibile descrivere gli applausi generali, e l’entusiasmo, con cui la parola redentrice è stata dal pubblico accettata. V’era negli atti c ne’detti una riconoscenza per l’Assemblea salvatrice, una speranza per l'avvenire, una ferma certezza, che la deliberazione è giunta a tempi maturi, ed era ormai indeclinabile. Riserbandoci dare a domani esteso ragguaglio degl’importanti fatti di oggi, terminiamo come abbiam cominciato col grido Viva la Repubblica ROMANA !