4 24 tica e le insidie di governi inetti e mal fidi, noi vinceremo, volendo, anche quell’ultimo ostacolo. L’Europa ci chiama codardi e impotenti, perchè noi non abbiamo potuto condurre a buon fine la guerra lombarda. Proviamo all’Europa che quelle non furono le nostre battaglie, ma battaglie di re, battaglie di egoismo dinastico sostituito alla grande idea nazionale e all’entusiasmo di sagrificio che ne è battesimo. Prima che il meschino calcolo della conquista principesca scendesse a spegnere la santa fiamma, la battaglia del Popolo aveva in cinque giorni dislatto un esercito, conquistalo il terreno lombardo fino ai gioghi del Tirolo Italiano, e ricaccialo il nemico nelle fortezze, dove bastava vietargli i soccorsi e affamarlo. E quel nemico che i principi fuggiaschi vi susciteranno ora contro è fiacco e logoro nelle sue forze più assai d’allora. Dura la guerra ungherese; e cominciano i malumori degli uomini Slavi. Minaccia d’insorgere la Galizia. L’erario dell'impero è rovinato e noi sostengono che i saccheggi della Lombardia fremente e pronta ad insorgere. Una resistenza di quindici giorni, due città che contendano palmo a palmo il terreno all’invasore, un grido di forti che combattono e chiamano l’Italia a combattere, basteranno a soffocare l’Austriaco per entro un cerchio di fuoco segnato dai popoli di Toscana e llomagna, dai suoi difensori di Venezia, dall’insurrezione dell’alta Lombardia, sui tredici mila Lombardi, che stanziano, ordinati e armati, in Piemonte, e dall’esercito piemontese e ligure che li seguirà nella pugna. Ma a quella breve resistenza, alla difesa di quella città, all’esempio che deve, come la croce di fuoco, suscitare in guerra l’Italia da un capo all’altro, bisogna pur prepararsi e rapidamente. Armatevi dunque, ordinatevi, preparatevi. Formatevi in legioni di volontarii; date il vostro nome ai registri aperti pei corpi speciali; dite a quei che vi reggono che voi siete pronti, che muniscano le frontiere, provvedano coll’ energia voluta dalle circostanze all’erario, armino gli esuli lombardi che vivono nelle vostre contrade, ordinino l’intera popolazione in esercito nazionale, parte del quale vigili sulla .difesa delle città, parte sia presta ad accorrere dovunque il pericolo domandi armati. Ogni vostra azione aggiunga un elemento alla guerra imminente; ogni vostro canto sia un inno di guerra; ogni vostro pensiero di difesa o d’offesa. Osate e sarete forti. Vogliatee sarete grandi. Abbiate fede in Dio, nel vostro dritto ed in voi: e avrete vittoria immancabile, decisiva, ammirata dall’Europa, e foriera d’una terza portentosa vita all’Italia. 8 febbraio. GIUSEPPE MAZZINI. 45 Febbraio. ALLA FLOTTA SARDA FIlATELLI ! Una voce di solenne autorità ha suonato nella Liguria, e troverà un eco di gioia, un plauso di ammirazione in ogni terra d’Italia: è la voce ben nota del Popolo genovese che, forte degl’innegabili suoi diritti, delle