G6 dai sudditi dogli stati ereditarli, riuscirà tanto più molesto agl’italiani, eli’erano trattati con assai meno riguardo. L’amministrazione diventava sempre più complicata, sempre maggiore la dipendenza verso i dicasteri aulici di Vienna ; ogni giorno venivano tarpai« le già esili prerogative lasciate alle autorità lombardo-venete; cresce\a il numero degl’impiegati tedeschi, e quindi l’ignoranza nell’ amministrazione affidala a persone che non conoscevano il paese; crescevano le imposte, languiva il commercio, diminuivano i guadagni. Spariva il numerario a tal punto, che nacquero alcune volte gravi imbarazzi, massime a cagione dell’aggiotaggio ; l’intelligenza era compressa , ogni carriera era diventata faticosa , insomma tutto faceva prevedere una crisi. Il governo austriaco, scialacquatore e sempre assetato di denaro, considerava la Lombardia come il suo Eldorado, e, per ¡smungerla, si persuadeva che ogni arbitrio fosse lecito. Olire le imposte, che erano già pesanti e maggiori in tempo di pace clie non lo fossero mai state sotto il regno d’Italia e durante la guerra ; la Lombardia ed il Veneto erano gravate di alcune, più che non le altre provincie, e di altre di cui le allre provincie erano escuti. Queste non bastando nel \840, fu pubblicata la famosa legge sul bollo, legge liscale , sofistica, insidiosa, iniqua per tutti i versi, c tanto oscura che nessuno, neppure il legislatore, non seppe mai spiegarla : infatti i decreti abbassali da S. M. per dichiararne quando l’una, quando l’altra particola, sono tanti, che raccolti, formano un discreto volume. Con tuttociò la legge rimane tuttora inintelligibile. Questa invenzione, che eccitò un lamento generale, fece entrare alcuni milioni di più nell’erario. Ma l’urgenza di denaro essendo incessante, nel 1844, il Moute-lombardo-veneto fu aggravato indebitamente di trenta milioni di lire austriache o 26,100,000 franchi: e conviene credere, che vi siano state fatte altre aggiunte non meno illegali , perchè il debito pubblico del Lombardo-veneto, che l’Austria nel 1816 aveva guarentito che non oltrepasserebbe i 70 milioni di fiorini ( fr. 4 72,700,000), negli ultimi tempi giungeva agli 84, ed era quindi stato aumonlalo di 36 milioni e mezzo di franchi sopra uuo stato che forniva ogni anno un residuo attivo di 40 milioni. Circa nel medesimo tempo il governoj sempre nella necessità di far danari, ricorrendo anco ai modi più sconci, si propose di mettere in opera due misure , che bastano esse sole a dimostrare quanto paterna e saggia fosse l’amministrazione dell’Austria in Italia. Nel 1858 , si era istituita una guardia nobile lombardo-veneta, e, per mantenerla, l’imposta prediale fu accresciuta di 5 per 1,000 per ogni scudo di estimo, lo che dà circa 600,000 franchi all’anno. Il governo adunque avrebbe voluto che quei tre millesimi fossero capitalizzati e pagati a lui tutto in una volta, promettendo che d’ora innanzi la guardia nobile sarebbe stata mantenuta da lui. Se questa misura avesse avuto effetto , il Lombardo-veneto avrebbe sborsato dodici milioni di franchi, che l’Austria avrebbe sciupati in brevissimo tempo ; poi con qualche pretesto il mantenimento della guardia nobile sarebbe stato di bel nuovo aggravato sulle due provincie italiane ; ma l’indisposizione del pubblico, che subodorò immediatamente quell’ insidia, trasse anco le Congregazioni a ricusarvisi fermamente.