11 Febbraio. 49 Roma, 5 febbraio. APERTURA DELLA COSTITUENTE. La più bella solennità, che il popolo italiano abbia fatto, ha oggi avuto luogo in Roma : le milizie , la civica , il popolo bau contribuito a renderla maestosa. Dal Campidoglio , ch’era parato a festa, preceduti e circondati da milizie e dalle varie bandiere, i rappresentanti del popolo si recarono per il Corso e per la Scrofa al palazzo della Cancelleria. Tutto era ordine ; e a chi ben guardava, non solamente ordine, ma dipinta era nel volto di ognuno una grave maestà. Bello è notare che gli emigrati lombardi raccolti sotto una bandiera tricolore cinta d’un velo nero, andavano con bell’ordine nel corteggio; e uniti a loro vi stavano gli emigrati napoletani, che avevano anche la loro bandiera. L’unione di queste due classi d’emigrati era molto significativa. Si giunse quindi alla Cancelleria. I rappresentanti prendono il loro posto. Arrivata nella sala, la Commissione provvisoria di governo viene salutata dagli applausi de’ deputali e del pubblico , che in gran quantità riempie le tribune. Mons. Muzzarelli apre la sessione, accordando la parola al ministro dell'interno, sig. Armellini. Questi legge un lungo discorso (che daremo in prosieguo), nel quale rende conto esatto di ciò che ha fatto la Commissione di governo. È applaudito spesso, e al suo finire gli evviva sorgono fragorosi da tutte le parti. Quindi prende la provvisoria presidenza il più vecchio d’età, sig. Filippo Senesi : e occupano i posti de’ segretarii quattro dei più giovani rappresentanti. Si fa l’appello nominale, e si trovano esser 440 gl’intervenuti. Il presidente ordina che ciascuno ponga il nome in un biglietto, onde si formino 10 Commissioni per la scambievole verifica de’ poteri. 11 rappresentante gen. Garibaldi propone che , senza stare alle formalità, non si lasci il popolo incerto del suo stato e si proclami la repubblica , solo governo proprio dei Romani. Il presidente risponde eh’ è necessario antecedentemente verificare i poteri e discutere. Il principe di Canino appoggia il parere di Garibaldi. Sterbini dice dovere esser degno di Roma e del popolo ciò che la Costituente deciderà. La volontà dev’essere libera ed iudipendente. Perciò debbono seguirsi le leggi di ordine, seguite presso ogni Assemblea la più liberale. La discussione dev’esser grave e ponderata, onde si dica che la Costituente sappia imitare il magistero dell’antico Senato della repubblica romana. Vegga l’Europa checché si faccia da quest’Assemblea,esser ben discusso. ( Applausi vivissimi ). Quindi scambiatesi poche parole gentili tra Garibaldi e Sterbini, si passa al sorteggio delle Commissioni. T. VI. 4