380 Ilo aspettato clie venisse l’ora di recarmi in questo luogo, e passando dinanzi la porta, levai con le mie mani gli affissi, e gli ho in tasca. Questi affissi io non li lessi altro che oggi, lo trovai che sono diversi da quello che è stalo dello, perchè fu dello ch’erano affissi minacciosi. Uno dice così: Rappresentanti! vi abbiamo detti per nostri avvocali e vi abbiamo muniti di mandato (si sente lo stile curiale) per difendere la causa santa j ma al mandato vi è anche il necessario species faeti, e questo è, salvo la dittatura a Manin. Una teoria sul mandato sviluppata in quest’Assemblea avrà fallo errare questo leguleio, che l’ha interpretata a suo modo. L’altro affisso porta (scusale, cittadini, se leggo i miei clogii) (legge): Manin la stella d’Italia (è stile del 600), sole del 22 marzo per Venezia (segue a leggere) .... Minacce qui, mi pare, non ce ne sieno punto. Questa è una specie dì manifestazione; e queste son cose, o cittadini, da ridere e uon da farne 1111 caso tanto grande. In quanto all’assembramento, la storia che io conosco è semplicissima, ed è questa. Quando io sono uscito dall’Assemblea perche si trattava di argomento, cui la mia delicatezza in’imponeva di non prender parie, io mi sono recato al Governo; una grande folla di popolo si è riunita sotto le finestre del palazzo e gridava viva Manin. Sono andato al poggiolo, ed ho pregalo e supplicato che si disperdessero, prevedendo bene, perchè gli uomini (che che si dica) li conosco, che questo inconveniente sarebbe stato accagionato a me, ed ho detto a questi: Voi avete Vonor mio nelle vostre mani: si crederci che io vi abbia appositamente fatti sommuovere: se mi volete bene, andate via. E sono andati via. Ma, avendo io detto che doveauo rispettare l’Assemblea, e confidare in essa, si sono portati nella piazzetta a gridare viva l’Assemblea, ed hanno gridato strepitosamente, viva VAssemblea! Poi uno si è messo sulla loggelta a predicare non so che. Altri circondavano questo predicatore, e applaudivano alle sue parole: gente chiama gente, e si formò folla. Allora tornai dalla parte della piazzetta, parlai di nuovo al popolo, e si disperse. Una terza volta, per ragioni che non conosco, la folla si radunò di nuovo verso la porta della Carta. Vedendo che le parole non bastavano, mi sono ricordato quello che avea fatto nel marzo (applausi); presi la spada, mi sono messo alla lesta di un drappello di guardia civica, con mio figlio quasi fanciullo al fianco; sono entrato nel cortile dell’Assemblea: e qnij prima che il popolo entrasse in questa sala, sarebbe passalo sul corpo mio, e di mio figlio. Poi, io parlai nuovamente per la terza volta al popolo; e questa volta con vigore tanto e sì grande, che il popolo si disperse affatto, nè più si rannodò. Io credo che non si possa domandare di più. (Applausi fragorosi.) Ed ora, 0 cittadini rappresentanti, prima che vi occupiate della proposizione, su cui ha dato il volo la vostra Commissione, credo clic sia necessario, per la lealtà dell’Assemblea e per la mia, che l’Assemblea