94 Or che passò delle conquiste l’Era Che ¡1 iratei chiede aita al suo frate), Non si vede calar una bandiera Che venga a riscattarci il nostro Ciel. E sì che i petti dell’ Italia un giorno Ilan salvato di Francia anche l’onor, E Campoformio serba un alto scorno Che questa Francia ha da lavare ancor. Ad ogui costo pace : Ella ci grida — Ad ogni costo guerra: odasi dir. Concordia ed armi ed accettiam la sfida Di S. Marco il Leon torni ruggir. 14 Febbraio. IL CIRCOLO POPOLARE DI VENEZIA AI CIRCOLI TOSCANI. La stampa democratica, segnatamente toscana, faceva trasparire una specie di disapprovazione, se non aperta, abbastanza chiara, sull’accettazione fatta dal Governo Veneto della sovvenzione mensile votatagli dal Piemonte. Tale disapprovazione pareva appoggiata al timore, non in altro momento la sovvenzione fosse giocata a pretesto di possibili pretensioni in chi vagheggia ancora un regno deir Alta-Italia. Il Circolo Popolare di Venezia non credette bene di discutere se la disapprovazione fosse giusta od ingiusta, e se la povera Venezia, nella scarsezza dei soccorsi che le venivano dalle provincie sorelle, avesse diritto di rifiutare quel solo efficace, e così privarsi di una grande risorsa a conservare all’Italia il suo palladio, il suo baluardo. — Il Circolo invece avvisava al mezzo di togliere fin d’ora ogni appoggio all’accennato pretesto, e lo trovava opponendo alla sovvenzione mensile piemontese una sovvenzione mensile toscana. Se la Camera toscana o il ministero Monta-nelli-Guerrazzi votasse a Venezia un assegno mensile (comunque piccolo) ma che sarebbe un assegno di fratellanza, il Piemonte e il ministero Gioberti non potrebbe pretendere in seguito che l’assegno piemontese fosse un assegno di sovranità. Anche nell’interesse dell’idea democratica, i Circoli toscani dovrebbero fecondare, popolarizzare questo pensiero sicché venisse posto ad effetto. Perciò ad essi si rivolge il Circolo Popolare di Venezia, che non ommette in questa circostanza la calda raccomandazione che nelle loro sedute venga pure popolarizzato il giusto desiderio dell’ accettazione della nostra Carta-Monetata in Toscana, — in Toscana dove la scarsezza dei rapporti commerciali ne farebbe affluire non molta, — in Toscana, clic darebbe alla Romagna e al resto d’Italia il nobile esempio della necessaria solidarietà, come del sangue, anche degl’interessi.