218 Italia la memoria di Venezia, e provarono la simpatia e l’adesione della nazione intiera alla lotta disuguale e terribile, che per Ja comune libertà sosteniamo. Fu inoltre aperto il prestito nazionale italiano di dieci milioni, diviso in azioni di cinquecento franchi ciascheduna, e quattro egregii nostri cittadini, insieme col distinto cittadino lombardo Cesare Correnti, si recavano in Toscana, in Piemonte ed in Roma per tentarne lo spaccio. In tanta difficoltà di tempi, non era sperabile un esito felicissimo, e finora non possiamo annunziarvi che un ricavato complessivo di L. 516, 175:53 (cinquecento sedicimile-eentosettantacinque e centesimi cinquanta-trè), delle quali L. 167,462:88 in danaro, e L. 548_,7I2:65 in obbligazioni cambiarie. Bensi il pellegrinaggio di quei benemeriti commissarii fu utilissimo ad organizzare molti Comitati di soccorso a Venezia, e contribuì per la massima parte all’invio di quegl’importanti sussidii, che ci pervennero dalle città e dal Governo di Piemonte. La città di Genova prometteva a Venezia di acquistare 2,000 azioni del prestito nazionale, e il Governo del re ne aveva secondato l’impulso generoso. Ma se, ad onta delle ripetute nostre sollecitazioni, non ci è permesso ancora di farvi su tale proposito più precise comunicazioni, noi confidiamo egualmente che ben presto Genova manterrà la sua parola, e mostrerà che intende di contribuire veracemente e con fatti efficaci e fecondi alla conservazione di questa fortezza italiana. La popolazione toscana si destava alla voce possente del suo benemerito ministro dell’interno, ed inviava in questi ultimi tempi sussidii, se non uguali alla grandezza del bisogno, certamente non lievi, quando si guardi alle piccole fortune di quelli, che vi hanno contribuito; nè dubitiamo che più fruttuosi provvedimenti saranno presi a pro’ nostro da quel popolare Parlamento, dal quale la difesa di Venezia dovrà pure essere considerata come spesa indispensabile di guerra per la difesa di Toscana stessa e d’Italia. Le città dello stato romano furono pure sollecite ad inviare soccorsi a Venezia; e specialmente Bologna, Ferrara, Ancona e il piccolo castello di Russi hanno diritto alla nostra sincera riconoscenza. L’incaricato veneto in Roma costituiva in questi ultimi tempi un regolare Comitato di soccorso, le cui corrispoudenze si estendono a tutto 10 stato, e non dubitiamo che ben presto si faranno palesi i benefici effetti di questa patriottica istituzione. In ogni modo, ci è di conforto il potervi in questo momento assicurare che le offerte a nostro favore delle città italiane e degli emigrai' lombardi vanno ogni giorno aumentando, e che la Camera dei deputati e 11 Senato di Piemonte testò accordarono definitivamente a Venezia, con quasi unanime impulso di fraterna affezione, un sussidio mensile di 6000, 000 franchi, decombile dal primo gennaio passato; il quale soccorso, contribuendo a sollevarci da parte non lieve del nostro disavanzo e facendo affluire danaro dal di fuori, diminuirà in modo sensibilissimo 1’iniba* razzo, in cui si trova il nostro commercio d’importazione. Anche i cittadini delle venete provincie, benché oppressi dalla brutale tirannia di un governo militare, inviarono qui, con mirabile esefflp10 di coraggio civile, alcune offerte alla patria; le quali, misurale dala