496 10 dico eh'eli’è vergognosa! (Viva impressione. - Benissimo ! benissimo! -Mormorii a destra). Tuttavia, già ve l’han detto: Voi non siete appien liberi; quel popolo ha potuto far assegnamento sul vostro impegno . . . Una voce, a sinistra: Egli ha dovuto farci assegnamento (Sì, si! Benissimo ). Il sig. Ledru-Rollin : Invano tentereste di porvi sotto a’piedi il manifesto del governo provvisorio; egli sussiste, e dichiara che il giorno, in cui l’Italia cercherà di riconquistare Ja sua indipendenza, la Francia non permetterà l’intervento d’una potenza straniera, e moverà in soccorso della nazionalità italiana. Questo è chiaro; e mi maraviglio d’esser solo, in questo momento, a difendere codesta politica, promulgata dal governo provvisorio . . . Il sig. di Lamartine: Chieggo di parlare. 11 sig. Ledru-Rollin : Godo che la mia parola sia andata a ferir nel cuore il sig. di Lamartine, per chiamarlo a difendere la politica ch’egli ha si gloriosamente promulgata con noi! (Benissimo ! benissimo!) Voi avete accettata quella politica, e l’avete riepilogala in tre punti essenziali: patto fraterno con la Germania; ricostituzione della Polonia; indipendenza dell’Italia. Or questo è un patto, sul quale VItalia ha potuto far assegnamento; poiché ormai l’onor vostro, l’onor della Francia, è involto nella questione; e, non solamente pe’nostri atti, ma ancora per le vostre proprie parole (l’oratore si volge verso il baiico de’ministri), l’Italia era in diritto di far capitale di noi. La malleveria della risposta, fatta agl’inviati romani, appartiene al ministro degli affari esterni, al presidente del Consiglio, ed in fine al presidente della repubblica. Al ministro degli affari esterni ! ed egli è quel desso, che, come presidente del Comitato degli affari esterni, è venuto a proporre l’ordine del giorno motivato del 24 maggio! Quanto al presidente del Consiglio, ci mi permetta di ricordargli l’opinione, ch’egli ebbe sulla condizion dell’Italia nella lotta gloriosa ch’ei sostenne in altro tempo. Nè mi si dica che la questione non è la medesima; no, oggidì la questione è cento volte più favorevole. Nel 4851, la questione dell’indipendenza italiana^ dell’unità italiana, si presentava cinta di difficoltà, d’incertezze; il suo desiderio non era attestato se non da dimostrazioni parziali, isolate. Or bene ! ecco ciò che diceva a quel tempo 11 sig. Odilon Barrot: «... È egli sorprendente, a petto d’un tale spettacolo, che noi domandiamo ove son ite le negoziazioni, e sarà permesso all’Italia di conservare le sue istituzioni ? « Voi chiamate questo col nome di propaganda, - aggiungeva il sig. Barrot, indirizzandosi allora al ministcre : - voi dite che il sangue della Francia non dee versarsi se non per la Francia? si: ma la Fraucia ha altra cosa che interessi materiali a proteggere. Eli’ha principii, simpatie, alleanze, che non può sacrificare; ed io propugno questi alili interessi, venendo a chiedere al ministero che non permetta alle baionette au-