313 non ci educheremmo a facondia, ma le natie facoltà perderemmo. Costretti a raccorre in discorso ordinato le idee, gli oratori si addestreranno a disporle, ad omettere le meno importanti. 1 rigagnoli si faranno in fiume, e le molte monete di rame in poche d’argento. Chi non dirà quanto il tema richiedeva, avrà per iscusa il non aver potuto sfogarsi; chi non avrà la parola facile, scriverà. Gli sdegni dovendo aspettare clic il discorso avversario finisca, avranno tempo a quietarsi; la disputa sarà più posala. Vedendo il tema non esaurito, altri s* alzeranno a parlare che ora tacciono, e son forse de’ più autorevoli, abbandonandosi allo zelo di pochi. I quali pochi non saran sempre in ¡scena come il coro della tragedia greca : ( la comparazione è onorevole, in quanto che il coro era il personaggio morale del dramma. ) Quelli che in una opinione consentono, compartiranno tra loro le cose da dire ; la discussione sarà più svariata e più piena. L’argine farà correre il fiume più sonante e più bellos il limite sarà potenza. Perchè, cittadini, la libertà sta ne’ limiti, e la tirannia negli ostacoli. Le Assemblee, se ostacolo al ben governare, sono noia e ruina; ma se limite alle voglie de’ governali e de’ governanti, son cosa sacra. Questo risponde alla parola d'uomo benemerito, ch’io rispetto e amo, il quale menò ieri un colpo di scimitarra su tutte insieme, co’ Circoli, le Assemblee. Ma io spero che, più pietoso di Bruto, egli avrà compassione di questa eh’ è sua figliuola. E spero che questa Assemblea, riconoscente ai beni dal Governo tatti, vorrà confidentemente aiutarlo a sempre meglio preservare la patria dalle istituzioni decrepite, dalle voraci cupidigie, dalle inerzie traditrici. ( Molli applausi. ) 11 rappresentante avv. Benvenuti: Molte delle osservazioni, fatte dall’onorevole rappresentante Tommaseo, mostrano l’inutilità delle disposizioni della maggioranza della Commissione. Dice che, quando si vuole parlare, non mancano i mezzi: di questo io sono persuaso, ed è ciò che avviene in tutti i Parlamenti. Ora, col pretesto di un fatto personale, o di formulare la questione, o con qualche altro pretesto o con quello accennato dell’emende, che possono vestirsi sotto forme svariate e molteplici, ognuno può prendere la parola. io domando se, mentre noi vediamo la possibilità di parlar quanto si vuole, dobbiamo fare una legge, la quale possa essere delusa? Iodico che non ci riusciremo mai per quelle ragioni addotte da chi parlò in nome della minoranza. Dunque è meglio che uno che parla sappia di esercitare questo diritto, anziché ricorrere ad un pretesto per deludere la legge. Osserso poi che, mentre si crede favorire le discussioni, le si imbarazzano. Quelli che prendono parte alla discussione sono continuamente costretti a calcolare ciò che devono dire, ciò che devono fare. Supponete che si tratti di una discussione di grave argomento; che uno abbia parlalo due volte. Ebbene: a questo si risponde con un argomento che si potrebbe ribattere con due sole parole; egli è costretto di tacere, perchè prevede che possono insorgere altri argomenti. Io credo che sia necessario di confutarli tutti. Di poi c’è un rimedio, perchè, se uno comincia a parlare quando