388 scienza del paese li afferma. Può l’onorevole oratore scusarne taluno, negare le cose notorie non può. Parlo senza rancore: e già fin dal primo dimostrai di saper francamente e consentire e dissentire da esso. L’onor suo m’è caro come l’onore del popolo eli’egli governa. Noi sappiamo le benemerenze sue verso la patria: egli sa che la nostra liberazione è opera di molti uomini, di molli eventi; che due soli ne sono gli autori davvero: il popolo e Dio. La fiducia che in lui pone il popolo, i doveri che gl’impone Dio, lo faranno maggiore delle ambizioni pimmee, più forte degli, odii meschini che ci strascinimi) dietro come servile catena. Siam lutti piccoli, tutti dappoco. Sola una cosa è grande : la patria. Il rappresentante triumviro Manin: Io aveva pregato l’onorevole mio collega iermattiua che prima di giudicare attendesse di avere esatte informazioni sui falli. Questa mattina ho ricevuto una carta, la quale dava informazioni, e l’ho rimessa alla presidenza, lasciando all’Assemblea il decidere che cosa se ne dovesse fare. Ora non intendo come si persista nell’accusa e nell’asserzione di fatti, senza essersi occupati delle spiegazioni, che furono date da chi aveva altitudine e dovere di farlo. È stato detto che 20,000 uomini di truppa non bastavano a difendere la città. Su ciò permettete ch’io vi legga una carta, che vi farà vedere come si avventino accuse senza conoscenza di causa (legge un reclamo della IV. Legione della Guardia civica al Comando generale in data 5 marzo contro l’impiego in quel giorno di pattuglie di linea. La Guardia civica, diceva aver essa sola l’incarico di mantenere la quiete nel paese, e perciò laguavasi delle prese misure.) Questa carta mostra che, oltre la civica, anche la truppa era preparata a mantener la tranquillità del paese e a difendere l’Assemblea. La quale veramente non può dirsi che fosse posta in pericolo da quella gente, non mollissima e disarmata, che in sostanza non faceva altro che strepito. Quanto all’avviso stampato, clic si disse che fu lasciato dal Comitato di vigilanza affisso per la città, io, per conoscenza mia personale, posso dire che, appena il Comitato di vigilanza n’ebbe avviso, mandò a levarlo per lutto. Qualcuno ne sarà forse restato; ma in queste piccole cose, per amore di Dio ! non ci perdiamo. (Applausi.) Il rappresentante Tommaseo: Non ci perdiamo appunto nelle piccole cose. Qui trattasi solamente di assicurare all’Assemblea la libertà dei suffragi]'. L’onorevole oratore dice che il tumulto fu molto leggiero, e che a lui fu facile il dileguarlo. Ma noi sappiamo come il generale della Guardia civica al presidente dell’Assemblea annunziasse ch’egli più non credeva sicura a’deputali la vita. Traltavasi della dignità dell’Assemblea, e per conseguente del decoro del popolo: questa non è piccola cosa. Il presidente: La presidenza proporrebbe che l’Assemblea nominasse una Commissione, la quale fosse incaricala di esaminare il rapporto cogli annessi documenti qui deposti dal triumviro Manin, del Comilato di vigilanza; la quale Commissione farà il suo rapporto.... Varie voci: All’ordine del giorno. il rappresentante F. Baldisserotlo: Propongo che si metta a’voli se si debba passare all’ordine del giorno.