o04 Il sig. di [.amariine. Permeitele, signori; se interpretate a vostro modo ogni mio periodo, il periodo seguente sarà necessariamente volto a rettificare il primo. ( Si ride. ) Diceva, e ripeto, che il rispetto del volere delle nazionalità, inviolabile, secondo me, della repubblica francese, citandoci ogn’intervento, non giungeva, come vorrebbesi far credere da alcuni giorni a questa bigoncia, lino a condannare la Francia a stringere alleanza sul fatto, senza esame del diritto, della pratica, della condizione deile cose, con la prima com-mozion nazionale, che s’intitolasse repubblica nel mondo. No! se così fosse, converrete con me che la menoma torma degli Abruzzi, di cui parlavate testò, alla quale convenisse intitolarsi repubblica, costringerebbe il governo e lo forzerebbe a falsare la sua politica . . . ( Movimento. ) La questione di Roma implica la più difficile intervenzione. Non bisogna maravigliarsi che un governo ponderi e voglia aspettare, prima di prendere in tal questione una decisione definitiva. Ha nella questione romana un interesse religioso, eh’è altresì per le nazioni cattoliche un interesse politico. Non bisogna, ripeto, maravigliarsi che il governo voglia riflettere, eli’ei getti per un tempo un velo sulle sue risoluzioni, e vi chiegga di vedere svolgersi i fatti, prima di prendere una determinazione estrema, che li rompa. L’oratore dice qui che da tre lati si può considerare la questione romana: il Iato ultra cattolico, cattolico al modo del medio evo; il lato radicale, che respinge ciò ch’è del dominio della coscienza religiosa; infine, il lato politico, che, secondo lui, debb’essere quello della Francia. Considerandola da questo lato, Foratoi- vede clic si ha a tutelare ad un tempo il principio della pace generale dell’Europa ed il principio d’indipendenza del Papa, come Pontefice. L’oratore scorge in ciò una doppia ragione d’intendere allo scioglimento della questione col mezzo delle negoziazioni. Bisogna ottenere per mezzo di questo che il popolo romano conservi al Papa, come sovrano religioso, come potere religioso, necessario a tutte le potenze cattoliche, le garanlie d’indipendenza, di cui il Papa ha bisogno per la sua condizione e per la sua dignità. Tali questioni, ripiglia 1’ oratore, son di quelle che non si troncano nè con un colpo di voto, nè con un colpo di cannone; ma che son oggetto di lunghe negoziazioni per tutta l’Europa. Pongo dunque così la questione: la Francia non interverrà: ella dichiara all’Europa che ne« tollererà intervenzioni; ma è pronta ad entrare, sulle basi che ho enunciate, iu negoziazioni con tutte le potenze cattoliche, per riuscire ad uno srioglimento pacifico di questa doppia questione: indipendenza del popolo ramano, indipendenza del Papa, non come sovrano, ma come Pontefice. ( Benissimo! benissimo! Lunga interruzione. ) Se la repubblica romana non è se non un ribollimento passeggiero di sentimenti demagogici; se la repubblica romana 11011 è il passeggiero ribollimento d’una democrazia, che per altra parte, uopo è dirlo, ha male esordito nell’arringo della libertà, ella si spegnerà da sè, sparirà tra breve: se per lo contrario ( e il ripelo) il movimento compiuto a Roma è un movimento serio, allora sarò d’avviso che la Francia debba trattai’ degnamente, nobilmente con quella repubblica romana, organizzata, riconosciuta, raffermata nel mondo.