73 Le domande non potevano essere più modeste: riforme nei codici e diritto di difesa concesso agl’imputati; riforma parimente nel sistema dei dazii e dogane e nella pubblica istruzione; maggiore speditezza negli affari, da trattarsi in paese, senza il bisogno di dover ricorrere ad ogni poco a Vienna; un riparto delle contribuzioni più equo e meno oneroso alle classi povere; volo deliberativo alle Congregazioni centrali e provinciali, e maggiore ampiezza nelle loro facoltà; temperamenti contro gli arbilrii della polizia, e il soverchio rigore della consura; modificazione della legge sul bollo; ribasso del prezzo enorme del sale; provvedimenti sulla conservazione dei boschi, che la trascuranza del governo aveva lasciali distruggere quasi tutti, con pericolo di alluvioni c danno dell’agricoltura; moderatala legge di coscrizione; scemato il numero degl’impiegati forestieri; ridotto alla sua integrità il Monte dello stalo; lasciata un po’più di libertà ai comuni; addolcila la lutela, in cui lo stato teneva i luoghi pii: ed altre cose simili. Da queste domande, che pur sono cosi poco, e che sono tuttavia tanto lontane da ciò che si chiama una Costituzione rappresentativa, si può arguire quale fosse il governo austriaco in Italia; e quanto male si apponessero quei viaggiatori, i quali, percorrendo l’Italia per le poste, gli tributarono il tanto mal meritalo titolo di paterno. Ma, per conoscere quale fosse il vero spirilo del governo, e con quali modi brutali e feroci pretendessero di voler governare l’Italia quelli che avevano ingresso nei penetrali misteriosi del potere, e clic ne conoscevano l’arcano, basta leggere la corrispondenza del gcn. Hess, ora quartiermastro generale di lladetzky, e della quale, trovata a Milano, fa pubblicato un saggio nel giornale 11 22 Marzo .... In essa l’Italia è considerata come 1111 paese di conquista, e gl’italiani come un ergastolo di schiavi: non mai si parla di diritti, 11011 mai di giustizia; ma la forza, la violenza, la compressione sono i soli modi, che occorrono alla niente di quegl’idioti e rapaci governanti. L’ipocrisia di una paterna sollecitudine, che spinge una vigile tutela fin nelle cose più minute della vita, è la maschera con cui l’Austria si copre; ma nel fondo è dispotismo. Il dispotismo russo 0 lurchesco ha almeno il pregio della sincerità. Ei dice schietto: Io sono dispotico perchè sono forte. E perciò appunto ei stima i forti, e, malgrado l’assurdo de’suoi eccessi, ci non manca di essere generoso, e lascia agli animi generosi e forti un libero spazio, sopra cui esercitare la loro potenza. Bla il dispotismo austriaco è vigliacco; ei striscia bassamente per terra, egli evira ogni energia dell’animo, egli abbrutisce l’uomo e lo converte in macchina e gli toglie persino la dignità, che gli dà la convinzione della sua forza; ci si appiatta sotto la finzione dell’onestà e della bonomia; ei si appoggia sull’astuzia e la frode: ma quando questa maschera 11011 gli giova più, quando è costretto a rivelarsi quale egli è, egli allora, al pari di tutti i vigliacchi, diventa crudele. Ignorante, prosontuoso, cocciuto, inesorabile, non equità, non umanità, non doveri, non religione, non coscienza lo commuovono; non cede fuorché alla necessità, innanzi a cui si prostra come un vile, finché la doppiezza e 1: inganno, suoi ausiliari! perpetui, lo rialzino e lo rendano di nuovo arrogante. Tale, è il carattere del governo austriaco, come ve lo dimostrano la sua storia passata e i suoi fatti recenti.