— 177 — 20 ottobre Or ora il superiore m’ha visitato e mi ha annunciato in tono indulgente, che, con la malattia, ho io riscattato i miei peccati e che son degno della vestizione; che quando pronuncierò i voti . mi sarà interdetto ogni ritorno nel mondo. Mi ha concesso un termine di due settimane per rafforzar la carne e l’intelletto, acciocché, con la preghiera e col digiuno, io mi purifichi dalla sozzura e dal vizio. Non sapendo che dire, chinando con tristezza lo sguardo, in silenzio ascoltai l’inaspettata sentenza e, ricevuta la benedizione dal superiore, vacillando lo accompagnai fino al giardino... Nel giardino tutto era deserto e morto; tutto era polvere e distruzione; ovunque la nebbia si stendeva in denso sudario. lo, a lungo, con lo sguardo pieno di dolore contemplai il tiglio mio poveretto! Come braccia imploranti, prive di ogni soccorso, esso, al cielo, i rami spogli innalzava, e le foglie ingiallite, tutta la terra intorno, coprivano, simbolo di oblio i di tristezza, tappeto tessuto dalla mano della morte! 6 Novembre. L’ultimo giorno di libertà, d'incertezza è già spuntato sulla terra fosca : per l’ultima volta le rimembranze d’amore mi dicono ironicamente addio. Domani poi, con labbra tremanti, pronuncierò i voti monastici.