— 95 — — Pavlik, parli più chiaro. Lei mi chiede la mano di sposa? Sì? Ah! Come è buono, e come sono contenta! Saltò su dallo sgabello e mi afferrò le due mani. — Non è questo un sogno, Lidia? — gridai, fuori di me dalla gioia, stringendole le dita. — Lei consente a divenire mia moglie?... Lida si allontanò da me, si sedette di nuovo al posto di prima. — Ah! no, Pavlik disse; questo no; non posso. Però, creda, la sua richiesta mi fa tanto piacere... — Che significa ciò, Lida?... Perchè mi tormenta così?... — È un gran segreto ; ma... già a lei... a lei dirò tutto. Ho promesso a Miscia di essere sua moglie. — Come?... A Miscia?... Ma se va ancora a scuola!... — Fra quattro mesi sarà ufficiale, e allora, ci sposeremo subito. Se poi non gli daranno il permesso di ammogliarsi, perchè è troppo giovine, si farà rilasciare un certificato medico, darà le dimissioni, poi... lo sposalizio... e, più tardi, riprenderà servizio al suo reggimento. Tutto è già stabilito da molto tempo. Quando ero educanda all’istituto, ci volevamo già bene. Ma lei... non vede come voglio bene anche a lei? Guardi che grave segreto le ho rivelato ! Non lo sa nessunp, proprio nessuno. Lei mi ha fatto tanto pena quando ha parlato della sua... come ha detto?... Ah, sì: della sua «amara solitudine»; tanta pena che se non mi fossi già impegnata con Miscia, avrei certamente sposato lei. Faccia una cosa: sposi la zia! Vivremo allora tutti insieme... Come staremo allegri!... Non vuole?... Su, via; la sposi... non fosse che per farmi piacere... E... dica un po’:- Lo posso dire a tutti che lei mi ha chiesta in isposa ? Io non dissi parola. — Come vuole: non lo dirò a nessuno. Vedo che lei non vuole che lo dica. Soltanto a Miscia.....A Miscia, lo posso dire?