— 53 — Oggi Maria Petrovna * venuta da me, tutta vestita di nero e con l’espressione di chi va a un funerale. Dopo avermi guardato un po’, si è rasserenata alquanto. Mi pare, Pau', che non stiate così male, come mi ha detto Teodoro Feodorovic. Il dottore le fece un cenno molto espressivo, che non sortì l’effetto desiderato, perche lei non lo vide; io però, sì, lo vidi. — È vero che Paul è un po’ abbattuto; ma guardate: ha persino un’ombra di colorito sulle guancie. E, sapete, Teodoro Feodorovic? io non credo all’efficacia delle droghe energiche che voi gli somministrate... Bisogna dargli della «pulsatilla» o del « mercurius solubilis ». Che ne dite? — Lei, Maria Petrovna,—ribattè bruscamente il dottore— conosce la mia opinione nei riguardi dell’omeopatia... — Ah! già! Pardon! Avevo dimenticato che eravate qui. Però credo che la « pulsatilla » non possa nuocere. — Se non può nuocere, non può neppure giovare, e se può giovare, può anche nuocere... è un cercle vicieuse dalla quale non si può uscire.,. — Quante volte vi ho detto, Teodoro Feodorovic, — osservò in tono di dolce rimprovero Maria Petrovna—che cercle è di genere maschile e che bisogna dire cercle vicieux e non vicieuse. Il dottore, malcontento della correzione fatta al suo parlar francese pel quale ha una invincibile predilezione, e più di tutto, offeso per l’accenno all’omeopatia, dichiarò doversi immediatamente recare da un malato grave. Maria Petrovna, sebbene io la pregassi di rimanere, non si decise a restar sola con me, e se ne andò essa pure. Forse s’aspettava anche da parte mia, qualche scherzo sul genere dello scherzo di Kolia Kuniscev. Del resto ha trovato, per andarsene, un ottimo pretesto: la nipote. Di questa nipote appena or ora uscita dall’Isti-