— 48 — coi quali ho poca domestichezza, mi chiamano Paolo Mat-vieevic; gli altri, tutti Pavlik... e Pavlik... Non si metterebbero a chiamare Pavlik un vecchio! Uno di questi giorni passati, al circolo, ho udito io un signore che diceva ad un vecchio in cerca di una partita al whist: « giusto a proposito: eccovi qui Pavlik Dolskij »... Questa famigliarità mi urtò perfino un poco, perchè quel signore, io lo conoscevo appena ; ma ora m’ accorgo che aveva proprio ra gione. Che volete che facesse lui, quando tutti mi chiamano così? E questo antipatico di dottore, che si dà lui stesso delle arie di giovanotto e lancia teneri sguardi a Maria Petrovna, assicura che io sono vecchio. Pazzie, pazzie, pazzie!... 8 novembre Oggi ho tirato fuori dalla scrivania una collezione di miei ritratti, che ho portato meco dalle mie terre, dopo la morte della mamma, e mi sono messo ad esaminarli. 11 primo ritratto è un dagherrotipo, eseguito l’anno in cui mi portarono a Pietroburgo. È oramai del tutto scolorito, e al posto del viso c’è una macchia bianca. Il secondo ritratto è già in fotografia, e vi sono rappresentato in uniforme di paggio della Camera Imperiale (1). Bisogna convenirne: ero un ragazzotto in gamba, allora! Poi, un terzo col dolman da ussaro ; un altro in marsina, con la collana da giudice conciliatore; un altro in uniforme da ciambellano e ancora altri, insieme ad altre persone, in gruppo. Uno di questi gruppi, in cui io sono ritrattato insieme ad Alessio Okontsev e a sua moglie, ha destato nell’anima mia i più tristi ricordi (1) L’Imperiale Corpo dei Paggi, era la più aristocratica delle scuole militari russe. Oli allievi che più si distinguevano negli studi e per condotta, prestavano servizio di paggi presso il Sovrano, col titolo precisamente, di « Paggi della Camera ». N. d. T.