— 51 — giormente attirato la sua attenzione. Una volta, a pranzo mentre si parlava di una nuova attrice francese, essa, d’un tratto, interrompe la conversazione con questa intempestiva domanda: « Non è vero, Paul? Che strana donna era quella Zoe, imperatrice bizantina?! » Un'altra volta domandò ad un lontano parente di suo marito, Kolia Kuniscev, allievo della Scuola militare di cavalleria, che veniva a passar da lei, le vacanze : « Che pensate, Nicolas, della situazione dei Fellah, in Egitto ? » Nicolas per tutta risposta... fece risuonar forte gli speroni. Maria Petrovna ed io, ci vediamo quasi ogni giorno. Il più delle volte, in casa sua, m’annoio, ma mi ci sento attratto come in luogo tranquillo, sicuro e al quale sono abituato. Talvolta passiamo insieme delle serate intiere parlando di poesia, d’amore, e leggermente sfiorando i pet tegolezzi della città. Essa ama la musica e suona volentieri i notturni di Chopin ; ma li suona con tanto sentimento e prende i tempi così lenti, che non si possono più riconoscere. Qualche volta poi, per distrazione, pesta giù ogni specie di assurdità. Ho osservato che quando è molto malinconica, si mette a suonare Les cloches du monasière. Alle prime note di questa piagnucolosa suonata, mi prende subito una gran voglia di dormire. In fatto d’amore, Maria Petrovna non ammette che l’amor platonico. Un episodio molto caratteristico si svolse Io scorso anno, in casa sua; protagonista, il sopra nominato Kolia Kuniscef. Quando qnesti fu promosso ufficiale, Maria Petrovna cominciò a mettere il mondo a soqquadro ; lo invitava continuamente, sebbene molto avversa ai grandi ricevimenti, e organizzava perfino delle serate in suo onore. Io ne fui molto soddisfatto per lei, pensando che, dopo aver tutta la sua vita bistrattato l’amore, avesse finito per innammorarsi sul serio anche lei. La cosa invece, andò così: un bel giorno, la mattina presto, mi fu rimesso un