— 142*— 10 più non ricordo ciò che di me avvenne! Ricordo solo quello sguardo senza misericordia, muto che mi bruciava nella veglia e nel sonno e che mi torturava l’anima nella notturna quiete. Ecco, anche adesso, guarda, guarda bene... E lei! La luce degli occhi suoi è penetrata in me e nell’anima getta turbamento e terrore; 11 suo maligno sorriso le va errando sulle labbra!... LA MADRE Figlio mio: è un’illusione; non averne paura. Qui, in questa capannuccia, non v’è alcuno. Siedi come prima: non celar le lacrime; io sanerò tutte le tue ferite. IL FIGLIO Mamma, la mia fiamma di prima, s’è spenta; 10 stesso mi son fatto freddo, io stesso mi son fatto arido. Meglio, vattene, non accarezzarmi madre! Non ho la forza di restituirti le tue carezze! LA MADRE Figlio mio, la parola crudele io ti perdono. Con iroso rimprovero io non ti conturberò. Ho io forse d’uopo dei tuoi abbracciamenti, delle tue carezze? 11 cuor della madre ha calore anche senza di queste cose. IL FIGLIO Mamma, la morte già guata per la finestra... L’anima è tormentata da un solo desiderio in quest’ultima ora: