— 172 — 3 aprile. «Gesù è risorto» (1) Risorge la natura; corrono, mormorano i ruscelletti di primavera e un tiepido venticello alletta ed accarezza le mie pupille stanche. Oggi, dal venerando Michele mi sono recato, all’eremo, sulla recente fossa. Era una sera mirabile. Dalla chiesa, al di sopra di me, si diffondeano per l’aere, il canto solenne della Pasqua e profumi di incenso e di terra smossa: tutto chiamava alla vita, tutto prometteva risurrezione! Mio Dio!... pensavo... perchè io qui mi struggo? Ho trent’anni; del tutto sano di corpo, piacere, e lavoro potrebbero essere ancora mio retaggio ; e invece io non sono che il misero cadavere di un’anima; per me non v’ha luogo nel mondo. È egli poi così lontano [il tempo in cui, pieno di vita, io vivevo e fieramente avevo sete di sperando nella felicità e nella pace? [libertà, Di quelle speranze, neppur l’ombra è rimasta e il fantasma della giovinezza è svanito... Nella chiesa, intanto, si udiva cantar forte; « Gesù è risorto ! Gesù è risorto ! » (1 ) « Kristòs Voskriès — Gesù è risorto « — Questa frase viene pronunciata in Russia, durante tutta la settimana pasquale, in chiesa dagli ufficianti, e ovunque da amici, conoscenti ed anche sconosciuti che s’incontrino, e alla quale si risponde con l’altra frase « Voìstinno Voskriès — In verità è risorto ». E’, nello stesso tempo, un grido di giubilo per la risurrezione di Cristo, e un saluto di pace, accompagnato dai tre baci prescritti dal rito. (N. d. T.)