— 131 — « Guardandola nel severo viso, « triste e timido tu diverrai ; « vorrai dirle tante tante cose... « al vederla..., ogni cosa dimenticherai. «I tuoi pensieri sono tutti di «cuori»... « Lacrime come da una grondaia, « pensieri, notti insonni... « tutto da lei... dalla scellerata ! « La tua volontà robusta... spezzata ! « Sei come un fanciullo innanzi a lei... « Quanto straziato sia il tuo cuore, « io ridir non lo saprei! « I giorni si trascinano insopportabili, « i pensieri s’ingrovigliano malignosi... « O Signore ! O santi venerati ! « Che carte. Oh! che carte... » Tacque la vecchia. Nel silenzio sinistro, la fronte corrugata, ella siede. « Dimmi, che è ciò ? Vecchia... che hai? Di me tu piangi? Così soltanto, pel soffrire del nato, piange la madre; E vale egli la pena ?... lo so già fin d’ora tutto ciò che accadrà e... contro Dio non mormoro! Dovrò mettermi in viaggio... e il dolore verrà... Laggiù, fastidi, e poi laggiù... un viaggio ancora... Ma su! via! non piangere. Prognostica o parla! Risuoni pure la tua voce, per me, come funereQ canto!... Ma, soltanto, vecchia, nel cuore non mi scrutare e non mi raccontar della dama... della dama di cuori ! » 1860-70.