— 160 - La vita conventuale, senza procelle e senza passioni, mi sembra come un sogno indolente. Piià non odo le frasi mondane, i discorsi imparati a memoria con la loro menzogna eterna e l’eterna maldicenza. Non vedo volti triviali e cattivi... Solo una cosa mi conturba: la scarsezza della fede. Dio però mi soccorrerà. 11 suo amore è senza limiti e la Sua misericordia non conosce confini!... Appena svegliato, ogni giorno, dal vegliardo Michele mi reco, per l’obbedienza, all’eremo. Al vederlo, sembra avere cent’anni; cammina a stento; ma il suo sguardo sfavilla e arde, profondo, sicuro nella fede di Dio. Ei nell’anima vi guarda fisso e severo. Ieri, corrucciato, mi disse che io sono invaso dallo spirito della licenza e della superbia, come satana. Poi mi menò nel sotterraneo e mi mostrò una bara, nella quale, da trent’anni ei dorme, come un cadavere, coperto di sudario, preparandosi alla vita che non ha fine.... Io, con tenerezza e col cuore compunto contemplavo quel giaciglio di tristezza e di lotta. Il vecchio però, vi dorme solo in estate. Adesso, in quella bara austera, si conservano legumi... patate e funghi. 10 Dicembre. Memorabile giorno! Ah, come lo potrei descrivere, solo che io fossi poeta ! Per ordine del mio vegliardo mi recai a far legna, all’alba, nella foresta di pini. Io ricordo: la prima volta l’avevo traversata, oppresso da gravoso pensiero.