— 41 — . —Brava! E come farò zietta(l), ad entrare adesso? rispose Vasiutka.— Stanno per portar via il principe, eia sala è piena zeppa di gente. — Trova modo, và! Digli... per un momentino solo! In fin dei conti, è il padre. Vasiutka scappò via e un momeuto dopo tornò con Simeone che vestiva la marsina nera, col crespo al braccio e portava nelle mani una lunga striscia di tela (2). — Che c’ è ? — domandò entrando di corsa. — Tutto bene; auguri—pronunciò solennemente Sofia Franzevna. — Ringraziamo Iddio — disse Simeone, senza neppure guardarmi, e se ne tornò via correndo. — Maschio o femmina ? — domandò quando era già nel corridoio. — Maschio, maschio! — Ringraziamo Iddio — ripetè Simeone, e sparì. Nel frattempo Judiniscina finiva di vestirsi davanti al cassettone, sul quale stava uno specchio tutto appannato, in cornice di rame. Dopo essersi avvolto il capo in un fazzoletto di lana nera per recarsi al funerale, rivolse a Na-stasia uno sguardo sdegnato. — L’hai scelto a puntino il momento, non c’è che dire! Ora portano via il principe e lei ha pensato bene di partorire. Che tu possa... Judiniscina sputò con furore, e dopo essersi devotamente fatto il segno della croce, se ne andò strisciando, pel cor- (1) « Zietto, zietta », Vezzeggiativi molto usati dai contadini russi, parlando familiarmente, anche a persone estranee alla famiglia. N. d. T. (2) Probabilmente l’autore ha voluto parlare della lunga e larga fascia di tela con la quale in Russia si usa calare la bara nella fossa, in vece delle corde usate in altri paesi. N. d. T.