— 24 — — Oh, Vassili Ivanite si può anche lasciarlo da parte ; ' erano due anni che non veniva al circolo. — Però versava regolarmente la sua quota. — Anche Posiikov era vecchio; ma il principe Demetrio Alexandrovic... Proprio nel fiore dell’età e delle forze; un uomo pieno di salute, pieno di vita... — Che volete farci? Non si conosce nè il giorno, nè l’ora... — Tutto questo va benissimo! Non si conosce, non si conosce... Verissimo; ma pure non è cosa che faccia piacere l’uscirsene la sera dal circolo, senza esser sicuro di tornarvi il giorno seguente ! E ancor meno piacevole è che non sai dove questa cialtrona si disponga a saltarti addosso. Guardate qui; il principe Demetrio Alexandrovic per esempio, è andato ai funerali di Vassili Ivanic, e si è raffreddato, seguendo il convoglio; c’eravamo ancbe noi e non ci siamo raffreddati. Il senatore fu di nuovo colto da uno dei soliti insulti di tosse, dopo i quali diventava più maligno che mai. — Sicuro! Che sorte strana! Quel principe Basilio Ivanic! Finché ha vissuto, ha commesso un mondo di porcherie, e, da parte sua, era logico. Eccolo che muore; sembrerebbe che le porcherie avessero dovuto finire... Niente affatto: ai suoi propri funerali ti trova il modo di accop pare il nipote. — Sì! Ma anche voi, Ivan Efimic, che linguaccia! Ve la prendeste almeno coi vivi! No! Bisogna che ve la prendiate coi morti. C’è pure un proverbio che dice: « de mortis, de mortibus... » — Voi volete dire: «de mortuis aut bene, aut nihil?» Ma questo è un proverbio insulso; io mi permetterò una leggiera variante; io dirò: « de mortuis, aut bene, aut male ». Altrimenti, vedete?... altrimenti sparirebbe la storia; non si potrebbe pronunciare una giusta condanna contro un solo