— 8 — il corso dei suoi pensieri e, più di tutto, per rendermi conto se ero ancora al caso di parlar distintamente, le rivolsi la prima domanda che mi si presentò alla mente: « Nastasia, ha partorito » ? Mia moglie fu tutta lieta di sentirmi par-làre e domandò se non fosse il caso di far chiamare Sofia Franzevna, una levatrice, familiare della casa. Io risposi: « Falla pur venire ». Dopo queste parole, mi par proprio di non aver detto più nulla e Nastasia nella sua ingenuità, immaginò che il mio ultimo pensiero fosse stato per lei. La donna di governo, Judiniscina, smise finalmente di vociare e si diede a cercare non so che cosa sulla mia scrivania. Savelij le si avventò addosso come una furia. — Voi, Proskovia Judiniscina fatemi il piacere di non toccare nulla sulla scrivania del principe — le disse a voce bassa, in tono iroso. — Il vostro posto non è qui... — Che mosca vi punge, Savelij Petrovic ! — rispose fra i denti la Judiscina, offesa — Non ho mica intenzione di rubare, io! — Delle vostre intenzioni, io non ne so nulla; so però molto bene che finché non saranno posti i suggelli, non permetterò a nessuno di accostarsi alla scrivania. Non è mica per nulla che ho servito il principe defunto per quarant’anni. — Che mi venite a vantare i vostri quarant’ anni di servizio! Anche io sono qui in questa casa, da più di quarant’anni ed ora si scopre che non ho neppure il diritto di pregare per l’anima del principe... — Pregate finché volete, ma la scrivania non la toccate. Quei due, per rispetto verso di me, si bisticciavano a bassa voce, mentre io udivo chiaramente ogni loro parola, cosa che mi meravigliò molto. « Possibile che io mi trovi in istato di catalessia?» pensai con terrore. Due anni fa ho letto non so quale novella francese, nella quale erano dettagliatamente descritte le impressioni d’un sepolto vivo